Il decreto Scuola, approvato con 245 voti a favore e 122 contrari lo scorso 6 giugno, chiarisce le misure per finire l'anno scolastico e iniziare a settembre quello nuovo in totale sicurezza. Tra le misure da adottare non mancano l'utilizzo della mascherina e il rispetto del distanziamento sociale. Resta come ultima spiaggia, invece, l'ipotesi dei divisori in plexiglass sui banchi degli studenti, una misura estrema da mettere in pratica solo se strettamente necessario.

Il decreto scuola e la fine dell'anno scolastico 2019/2020

Quest'anno gli Esami di Stato e la valutazione finale degli alunni, come stabilito dal decreto scuola, avvengono secondo modalità semplificate.

L'Esame di Stato del primo ciclo coincide con la valutazione finale da parte del Consiglio di classe, a fronte di un elaborato consegnato e discusso online. Nel caso degli esami di maturità, è invece prevista la sola prova orale in presenza.

"È un provvedimento nato in piena emergenza che consente di chiudere regolarmente l'anno scolastico in corso" spiega la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina, la quale ha inoltre sottolineato l'importanza di definire fin da subito "le linee guida per settembre, per riportare gli studenti a scuola, in presenza e in sicurezza”.

Cosa prevede il decreto scuola da settembre

Dal momento che a settembre si tornerà in aula, nel decreto scuola già si pensa alle misure da adottare negli istituti italiani.

Tra le regole previste c'è innanzitutto il distanziamento tra i banchi e l'uso delle mascherine per gli studenti di età superiore ai sei anni. Inoltre, bisognerà rispettare l'obbligo di rilevamento della temperatura corporea, che non dovrà essere superiore ai 37,5 gradi, e il divieto di assembramento. In più, saranno introdotti percorsi separati e orari prolungati per agevolare il rispetto delle norme stabilite dal decreto scuola.

Si è poi ipotizzato di impiegare anche all'interno delle scuole i divisori in plexiglass, ma secondo alcuni professori, tra cui Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, distanziamento sociale e mascherina sono misure già sufficienti per prevenire eventuali contagi. La possibilità di utilizzare i divisori in plexiglass rimane, però, una “misura estrema, da attuare se non si riesce a fare di meglio” commenta lo stesso Locatelli.

Cosa cambia con il decreto scuola per l'Università

Le Università italiane, che di fatto non si sono mai fermate, durante tutto questo anno accademico hanno gestito l'emergenza del Coronavirus con lezioni, esami e lauree online. A ogni modo, da settembre, anche nel contesto accademico saranno introdotte alcune misure particolari per evitare l'insorgere di nuovi focolai.

Si cercherà, per esempio, di ampliare gli spazi a disposizione, si continuerà ad usufruire delle lezioni online e si punterà su una diversa organizzazione dei calendari, basata su orari prolungati e un maggior numero di aule. Mentre a proposito dei divisori in plexiglass, anche il ministro dell’Università e della ricerca Gaetano Manfredi si dice d'accordo con Locatelli, in quanto questi strumenti non rappresentano una soluzione auspicabile al problema.

Manfredi, inoltre, già nelle scorse settimane aveva preannunciato cambiamenti anche in merito alle rette universitarie, proponendo tasse contenute per una più larga platea di studenti. “Interverremo sulle tasse universitarie allargando la no tax area, fino a ventimila euro di reddito Isee non si pagheranno le tasse" spiega il ministro.