Anche la questione della riforma delle Pensioni, in vista della scadenza della sperimentazione della Quota 100 prevista per il 31 dicembre 2021, è stata posta oggi dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali più rappresentative (Cgil, Cisl e Uil) al neo ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Andrea Orlando. Già ministro della Giustizia, Andrea Orlando, del Partito democratico, nella sua nuova veste di ministro del Lavoro dovrà affrontare diverse questioni delicate ancora aperte, dalle pensioni al reddito di cittadinanza e a quello di emergenza, dal blocco licenziamenti alla proroga della cassa integrazione Covid.
Pensioni, nuove forme di flessibilità dopo lo stop di Quota 100: i sindacati ne parlando a Orlando
Questi i temi di cui il ministro del lavoro - che martedì prossimo incontrerà anche i rappresentanti delle imprese come Confindustria, Confesercenti e Confcommercio – ha discusso con i leader di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Maurizio Landini, Anna Maria Furlan e Pierpaolo Bombardieri. In questo articolo ci soffermiamo, in particolare, sulle dichiarazioni rilasciate a proposito della riforma delle pensioni dai leader dei sindacati subito dopo l’incontro, che si è svolto in videoconferenza, con il ministro Andrea Orlando. “Abbiamo chiesto al ministro del Lavoro – ha dichiarato la leader della Cisl Anna Maria Furlan dopo l’incontro - l’apertura di un confronto sulle pensioni e in particolare – ha specificato - sulla necessaria flessibilità in uscita, vista la scadenza a fine anno di quota 100”.
I sindacati, che si muovono in sintonia sulla base della piattaforma unitaria sulla previdenza sulla quale era stato già aperto un tavolo di confronto con il precedente governo e che prevede anche la Quota 41 per i lavoratori precoci, insistono su una maggiore flessibilità in uscita dal lavoro verso nuove forme di pensione anticipata.
Pensioni, Bombardieri (Uil) al neo ministro del Lavoro: separare previdenza e assistenza
L’obiettivo, in buona sostanza, è quello di individuare nuove forme di accesso al trattamento previdenziale in anticipo rispetto a quanto attualmente previsto dalla tanto contestata legge Fornero varata nel 2011 dal Governo Monti sostenuto da una maggioranza parlamentare di larghe intese che andava dal Partito democratico a Forza Italia.
La riforma Fornero fissa a 67 anni d’età il requisito anagrafico per poter andare in pensione. “Abbiamo posto la necessità – ha detto anche il segretario generale della Cgil Maurizio Landini dopo l’incontro con Orlando - aprire il confronto sul sistema previdenziale anche alla luce – ha sottolineato - dell’avvicinarsi della scadenza di quota 100”. La soluzione previdenziale che consente l’accesso alla pensione anticipata a 62 anni con 38 anni di contributi già scelta da migliaia di lavoratori scadrà il 31 dicembre 2021. “C’è la necessità – ha detto oggi il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri a margine dell’incontro in videoconferenza con il ministro del Lavoro - di procedere nel percorso di separazione della previdenza dall’assistenza”.