Nemmeno l'impatto della Covid sull'aspettativa di vita potrebbe bloccare la crescita dell'età di uscita per le Pensioni. L'incertezza del periodo di emergenza sanitaria ed economica, in attesa di una riforma delle pensioni e di un dopo quota 100, porrà dei punti interrogativi sull'opportunità dell'applicazione dei criteri della legge Fornero e, ancora prima, del decreto-legge n. 78/2010 in merito ai meccanismi di aggiornamento della speranza di vita, dal momento che la Covid ha rimesso in discussione la base statistica dell'avanzamento dell'età delle pensioni.

Nonostante le parole di Mario Draghi che al suo insediamento al governo aveva apertamente parlato di una speranza di vita crollata anche di 4-5 anni in alcune zone dell'Italia, proprio nei giorni scorsi una circolare dell'Inps ha riproposto l'aumento dei criteri di uscita per le pensioni di vecchiaia, anticipata e per altre misure previdenziali con ripercussioni per i più prossimi alla pensione, in particolare per i nati dal 1954 al 1961.

Pensioni Inps, previsioni uscita a 62 anni o con 37,10 di contributi per le anticipate

Le ipotesi riportate dall'Inps nella circolare numero 48 del 24 marzo 2021 sono contenute in uno degli strumenti di pensione anticipata sul quale il governo Draghi sembrerebbe puntare molto anche per l'integrazione del blocco licenziamenti per garantire l'uscita fino a 60 mesi prima dei lavoratori in esubero nelle aziende, il contratto di espansione.

L'uscita a 62 anni per i lavoratori di aziende rientranti nel piano di prepensionamento in alternativa all'attesa della pensione di vecchiaia dei 67 anni, oppure la scelta di avvantaggiarsi dello sconto di cinque anni sui requisiti della pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di versamenti, saranno soggette all'eventualità di un aggiornamento al rialzo dell'età di pensionamento.

Infatti, si legge nella circolare Inps, "per gli anni compresi tra il 2023 e il 2025 un adeguamento dei requisiti pensionistici agli incrementi della speranza di vita diverso da quello previsto in base allo scenario demografico ISTAT-mediano base 2018, l'indennità sarà corrisposta fino al perfezionamento della prima decorrenza utile della pensione di vecchiaia o anticipata e, nell'ipotesi in cui si perfezioni per primo il diritto alla pensione anticipata".

Ciò equivale a dire che, nell'ipotesi in cui dovesse cambiare l'età di uscita della pensione di vecchiaia o venissero aggiornati gli anni di contributi (dopo il 2026) per la pensione di vecchiaia, anche i 60 mesi di sconto verrebbero calcolati sulla nuova età pensionistica o anzianità contributiva.

Pensioni di vecchiaia dal 2021 al 2028: verifica uscita dalla data di nascita, nati 1954-1961

Dalle previsioni demografiche calcolate dall'Istat prima dell'emergenza coronavirus, gli indici statistici indicano che nel 2023 il requisito delle pensioni di vecchiaia dovrebbe essere aggiornato all'età di 67 anni e 3 mesi rispetto ai 67 anni in corso di validità fino al 31 dicembre 2022. Il successivo aggiornamento prevederebbe ulteriori tre mesi di incremento, con l'età di uscita delle pensioni in aumento a 67 anni e 6 mesi dal 2025 per poi passare a 67 anni e 8 mesi dal 2027.

Con questi aumenti, e fermo restando che nel 2021 andrebbero in pensione i nati entro l'anno 1954 e nel 2022 i nati entro l'anno 1955, con l'aumento a 67 anni e 3 mesi nel 2023 andrebbero in pensione i nati entro il 30 settembre del 1956, mentre le uscite del 2024 si fermerebbero ai nati entro settembre del 1957. L'aggiornamento del 2025 farebbe aumentare l'età della pensione a 67 anni e 6 mesi, con uscita dei nati entro il 30 giugno del 1958 e, per il 2026, dei nati entro giugno del 1959. L'ulteriore aumento della speranza di vita dal 2027 farebbe aumentare l'età di uscita per le pensioni a 67 anni e 8 mesi con uscita prevista per i nati entro il 30 aprile 1960 e, per il 2028, per i nati entro aprile 1961.

Pensioni anticipate Inps con aumento della speranza di vita dopo il 2026

Per le pensioni anticipate Inps con i requisiti della riforma Fornero, l'aggiornamento dei contributi è previsto dopo il blocco dei criteri valido fino a tutto il 2026. Dal 2027, infatti, in conseguenza dei nuovi indici Istat sulla speranza di vita, i contributi necessari dovrebbero aumentare da 42 anni e 10 mesi a 43 anni (42 per le donne), mentre dal 2029 i requisiti registreranno ulteriori incrementi con la necessità di presentare, rispettivamente, 43 anni e due mesi e 42 anni e due mesi. Si tratta, sia per le pensioni anticipate che per quelle di vecchiaia, di stime, poiché i dati esatti richiederanno ulteriori accertamenti ufficiali dell'aspettativa di vita da parte dell'Istat, i cui primi risultati arriveranno già a partire dall'autunno prossimo.