Più uscite con le Pensioni a quota 82 e più orari ridotti alle imprese che beneficeranno dei contratti di espansione e di solidarietà dal 2022 al 2026. È quanto si legge nel disegno di legge di Bilancio 2022 per le misure che permettono ai lavoratori di andare in pensione con 5 anni di anticipo o di ridurre l'orario lavorativo in vista dell'uscita da lavoro. Nel documento elaborato dai tecnici di Draghi si abbassano i requisiti per accompagnare allo scivolo previdenziale i lavoratori che si trovino a non più di 60 mesi dalla pensione e si aumenta la riduzione media oraria dall'attuale 60% all'80% del monte ore.

In più la legge di Bilancio 2022 introduce una misura ex novo per le piccolissime imprese i cui dipendenti, da 1 a 15, avranno la possibilità di andare in di pensione a partire dai 62 anni di età.

Pensioni con uscita prima di 5 anni, i requisiti della quota 82 per il 2022 e il 2023

Aumenteranno dal 2022 al 2026 i lavoratori che andranno in pensione con 5 anni di anticipo. La misura, contenuta nei contratti di espansione e già operativa dal 2019, permette di anticipare l'uscita sia con l'obiettivo della riduzione dei requisiti rispetto alla pensione di vecchiaia che in rapporto ai contributi necessari per accedere alla pensione anticipata. Nel primo caso, l'età della pensione di vecchiaia viene ridotta dai 67 anni ai 62 anni.

Se invece l'obiettivo è ridurre i contributi della pensione anticipata, con il contratto di espansione bastano 37 anni e 10 mesi di versamenti (36 anni e 10 mesi per le donne) per accedere allo scivolo previdenziale. Nel caso dell'anticipo della pensione di vecchiaia, la quota 82 si raggiunge con 20 anni di contributi unitamente all'età minima dei 62 anni.

Pensioni anticipate a 62 anni o con 37,10 di contributi, chi potrà uscire dal 2022 al 2026 con la quota 82?

La proroga delle pensioni con quota 82 verrà estesa dalla legge di Bilancio dal 2022 al 2026. Per il prossimo anno, il governo ha stanziato 80,4 milioni di euro per gli accordi di espansione che le imprese stipuleranno a partire dal 1° gennaio 2022.

La spesa aumenterà a 219,6 milioni di euro nel 2023, a 264,2 milioni nel 2024, a 173,6 nel 2025 e a 48,4 milioni nel 2026. L'ulteriore novità, già annunciata nei mesi precedenti e confermata dalla legge di Bilancio 2022, è la riduzione dimensionale delle imprese per accedere alla misura di pensione anticipata. Infatti potranno richiedere lo scivolo dei propri lavoratori le aziende che abbiano almeno 50 addetti alle proprie dipendenze. Il calcolo degli addetti comprende anche le ipotesi di aggregazione stabile delle imprese che abbiano un'unica finalità produttiva o di servizi. Dunque, il requisito dimensionale risulta più facile da raggiungere per i gruppi di imprese, argomento questo sul quale si è già espressa l'Inps con le opportune delucidazioni nel corso del 2021.

Inoltre, l'Istituto previdenziale ha spiegato che non debba intendersi il limite dimensionale minimo applicabile ai soli lavoratori stabilizzati con contratto a tempo indeterminato, ma alla totalità di lavoratori assunti anche con contratti non a tempo indeterminato. Da queste precisazioni ne deriva l'integrazione del concetto di "dipendente" con quello di "addetto".

Pensioni, come accedere alla quota 82 e procedere con le nuove assunzioni di giovani

Lo scivolo previdenziale previsto dalle pensioni con 5 anni di uscita prima si integra con l'obiettivo di ricambio generazionale e di ristrutturazione del personale impiegato nelle imprese. Le nuove assunzioni, nel rapporto di un nuovo assunto per ogni tre pensionati, permette alle imprese più grandi (oltre i 1000 addetti) di poter beneficiare di sgravi contributivi per tre anni coperti dall'assegno di disoccupazione Naspi.

Peraltro, la legge di Bilancio 2022 prevede nuovi strumenti per garantire lo sgravio contributivo, consistenti nell'azzeramento dei contributi per 36 mesi entro 6.000 euro all'anno. Il meccanismo verrà esteso ai datori di lavoro che assumano a tempo indeterminato lavoratori subordinati, a prescindere dall'età, purché sia attivo il tavolo di confronto per gestire le crisi aziendali con il ministero dello Sviluppo economico (Mise).

Riduzione orario di lavoro come accompagnamento alla pensione: la misura in vigore dal 1° gennaio 2022

Le novità della legge di Bilancio 2022 non si fermano alla possibilità di scivolo pensionistico con la quota 82. Dal dare seguito alle misure contenute nel contratto di solidarietà, le imprese con almeno 50 addetti potranno attuare la riduzione dell'orario di lavoro per evitare che possano esserci esuberi del personale.

Si tratterà, essenzialmente, di una misura di pre-accompagnamento dei lavoratori alla pensione, soprattutto per gli addetti che non raggiungano i requisiti di età e contributi (62 anni e 20 di versamenti) o di soli contributi (37 anni e 10 mesi) per poter beneficiare dell'uscita diretta con quota 82. A tal proposito, la legge di Bilancio incrementa la riduzione dell'orario medio lavorativo giornaliero, settimanale o mensile dal 60% all'80%, con decorrenza a partire dal 1° gennaio 2022.

Pensioni a 62 anni per le imprese da 1 a 15 dipendenti: le ultime novità

L'accompagnamento alle pensioni con 5 anni di anticipo verrà garantito anche alle imprese più piccole, da 1 a 15 addetti, con l'istituzione di un nuovo fondo ad hoc.

La misura, sulla quale i tecnici di Draghi stanno ancora lavorando, prevederebbe lo stanziamento di 20 milioni di euro da destinare alle imprese in crisi per poter far uscire dal lavoro i dipendenti che abbiano già compiuto i 62 anni di età. I requisiti dettagliati di questo nuovo strumento (e l'eventuale impiego di fondi più cospicui) verranno indicati in un nuovo decreto del governo che dovrebbe essere emanato tra la fine di novembre e l'inizio di dicembre.