La via più breve per arrivare alle Pensioni anticipate rimane la quota 82, con uscita fino a 5 anni prima rispetto ai requisiti richiesti per le pensioni di vecchiaia o per quelle di anzianità contributiva. Il prepensionamento della quota 82 è attivabile dalle imprese che vogliano accompagnare all'uscita i lavoratori dai 62 anni di età e con almeno 20 anni di contributi. Si tratta di una delle misure contenute nei contratti di espansione, attuati già dal 2019 e in via di progressiva revisione per allentare i requisiti di accesso. Con Draghi al governo sono state due le riforme dello strumento per ampliare la platea dei beneficiari.

L'ultima revisione avverrà proprio con i decreti attuativi della legge di Bilancio 2022.

Pensione anticipata di 5 anni con uscita a 62 anni: ecco quali sono i requisiti di quota 82

Si tratta, dunque, di due formule di pensioni che possono avere come obiettivo il risparmio sia sull'età di uscita per la pensione di vecchiaia che, in alternativa e non congiuntamente, sui requisiti per quella anticipata. Rispetto ai 67 anni di età necessari per la vecchiaia, con lo scivolo del contratto di espansione è possibile anticipare l'uscita fin dai 62 anni di età. Se l'obiettivo è quello di risparmiare anni di contributi rispetto alle pensioni anticipate, si può uscire da lavoro con 37 anni e 10 mesi di contributi (per gli uomini, anziché i 42 anni e 10 mesi) o con 36 anni e 10 mesi (per le donne, anziché 41 anni e 10 mesi).

Le misure del contratto di espansione valide fino al 31 dicembre 2021 possono essere attivate dalle aziende che abbiano al loro interno almeno 100 dipendenti. Il limite dimensionale è stato abbassato dal decreto Sostegni bis di Mario Draghi nel corso del 2021, più che dimezzandolo rispetto al requisito minimo dei 250 addetti aziendali della precedente legge di Bilancio 2021.

Ma lo stesso Draghi ha puntato ancora sulla quota 82 per i prossimi anni, confermandola nella Manovra di fine anno.

Pensioni anticipate a 62 anni o con 37,10 di contributi: ecco le novità di uscita nel Bilancio 2022

Nella legge di Bilancio 2022, lo strumento farà parte delle varie opzioni di pensione anticipata con l'età minima fissata a 62 anni di età o potenzialmente ancor più bassa se si punta al risparmio sui contributi.

La misura rimarrà in vigore per tutto il 2022 e il 2023 con un'ulteriore riduzione dei requisiti. Potranno accedere allo scivolo del contratto di espansione le aziende che abbiano al loro interno almeno 50 addetti (non necessariamente assunti con contratto a tempo indeterminato, come chiarito nel corso dell'anno dall'Inps). La misura consentirà dunque alle imprese, anche nei prossimi due anni, di accompagnare alla pensione i lavoratori più prossimi all'uscita, purché abbiano almeno 20 anni di contributi (nel caso di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia). È necessario, tuttavia, che l'impresa si attivi per arrivare alla conclusione dell'accordo per lo scivolo previdenziale. Infatti, per beneficiare della misura è indispensabile che il datore di lavoro arrivi all'intesa con i sindacati e, per il loro tramite, con il ministero del Lavoro.

Pensioni del contratto di espansione: quota 82 come misura di nuove assunzioni

Strettamente collegati con le pensioni anticipate di 5 anni rispetto alla vecchiaia o all'uscita anticipata dei soli contributi è la possibilità, per le imprese, di riorganizzare l'organico del personale alle dipendenze. Infatti, lo scivolo pensionistico rientra in quelle misure che hanno la finalità di facilitare il ricambio generazionale del personale lavorativo delle imprese. Nell'attuale disciplina del prepensionamento è previsto che i primi due anni della pensione siano coperti dall'assegno di disoccupazione Naspi (ed è su questo assegno che essenzialmente lo Stato interviene con le risorse stanziate). Per le imprese più grandi che procedano al ricambio del personale (nel rapporto di almeno un assunto ogni tre pensionamenti), gli anni di contribuzione assistiti dalla Naspi diventano tre.

Pensioni, l'alternativa allo scivolo di quota 82 nel 2022 è la riduzione dell'orario di lavoro

La misura del contratto di espansione può essere utilizzata non solo per le pensioni anticipate dei lavoratori, ma anche per la riduzione dell'orario di lavoro con il riconoscimento della Cassa integrazione in deroga alle regole ordinarie per un periodo complessivo di 18 mesi, anche non continuativi. Si tratta di un ulteriore strumento che le imprese possono utilizzare per il personale prossimo alla pensione, favorendo il ricambio generazionale con l'immissione agevolata di nuovi lavoratori e l'uscita accompagnata degli over 60 anni. Peraltro, parte delle risorse che il governo ha stanziato nella legge di Bilancio 2022 andranno a favore dei lavoratori che non abbiano potuto maturare uno dei requisiti previsti per andare in pensione 5 anni prima.

O per l'età, o per i 20 anni di contributi, o per i 37 anni e 10 mesi di versamenti minimi richiesti per accorciare la contribuzione con obiettivo sulla pensione anticipata.

Pensioni anticipate: lavoratori imprese in crisi in uscita nel 2022 a 62 anni

Tra le misure di pensione anticipata attese nella legge di Bilancio 2022 vi è anche il fondo istituito per i lavoratori impiegati in imprese piccole, da 1 a 15 dipendenti. Si tratta di risorse che verranno stanziate per favorire il pensionamento dei lavoratori a partire dai 62 anni di età (la misura è simile a quella dello scivolo dei contratti di espansione) per le realtà che si trovino in crisi. Questa seconda formula di scivolo pensionistico è stata già inserita nella legge di Bilancio 2022 e dovrà essere seguita da un decreto del governo che indichi le modalità di accesso delle imprese in crisi al fondo stesso.