Una mini-riforma delle pensioni con uscita anticipata rispetto ai 67 anni di età grazie alla quota 41 - "vincolata" però a una soglia di età minima - è la misura che il governo guidato da Giorgia Meloni ha in mente di inserire nel pacchetto delle misure previdenziali della legge di Bilancio 2023 per evitare il ritorno integrale alla legge Fornero. Si tratterebbe di uno strumento tampone, perché la vera riforma previdenziale dovrebbe arrivare nel corso del prossimo anno. È quanto trapela in merito alle misure di pensione anticipata del prossimo anno, opzione donna e Ape sociale dovrebbero inoltre essere prorogate.

Quota 41 andrebbe a sostituire la quota 102 che, nel 2022, ha avuto scarso appeal da parte dei futuri pensionati con appena 10mila uscite anticipate circa. Con la quota 41 del 2023, vincolata all'età di uscita dei 62 anni, i numeri dei nuovi pensionati dovrebbero essere più ragguardevoli. Ma Matteo Salvini spinge per l'uscita anticipata che non vada oltre ai 61 anni di età.

Pensioni con uscita a quota 41, ultime novità: Giorgia Meloni potrebbe adottare il 41 + 62

Il tavolo del governo sulla riforma delle pensioni dovrà produrre il pacchetto di uscite per il dopo quota 102. Dal prossimo 1° gennaio, infatti, non sarà più possibile il prepensionamento a 64 anni con 38 anni di contributi, misura che peraltro nel corso del 2022 non ha prodotto le uscite previste, fermandosi a una decina di migliaia di pensionamenti anticipati rispetto ai 16.800 preventivati.

Tuttavia, il buco lasciato da una delle opzioni adottate per non dover attendere i rigidi requisiti della riforma Fornero porterà alla quota 41 rivista, con i soli vincoli dell'età minima a 62 anni e dei 41 di contributi versati (quota 103). A queste condizioni e con una spesa stimata sui 700 milioni di euro nel capitolo Pensioni della legge di Bilancio 2023, quota 41 avrebbe una potenziale platea di prepensionamento di 45-50mila lavoratori.

In più, tra i canali alternativi, il governo Meloni dovrebbe confermare sia l'opzione donna che l'Ape sociale.

Pensioni, per Matteo Salvini l'età di uscita di quota 41 dovrebbe essere 61 anni

Matteo Salvini spinge invece per l'abbassamento della quota 41 a 61 anni di età, con una platea potenziale di pensioni anticipate pari a 89mila lavoratori.

Tuttavia, la ricomposizione della quota 102 comporterebbe un esborso per le casse statali di 1,3 miliardi di euro, il doppio delle risorse stimate per la stessa misura ma con uscita a 62 anni di età. Per Matteo Salvini sarebbe un successo politico - anche se incompiuto rispetto alla quota 41 "per tutti", senza alcun requisito anagrafico di base - l'aver abbassato l'asticella dell'età per chi ha oltre quattro decenni di contributi e non aspetta altro che andare in pensione. E si metterebbe in lavagna "un segnale importante", come sottolineato dall'Ugl, sulla misura ponte della quota 41 rispetto all'obiettivo di slegarla da ogni paletto che negli ultimi anni ha impedito a migliaia di lavoratori di andare in pensione.