La Yamaha XJR 1300 compie vent'anni e per festeggiare, alcuni "garage" hanno preso in gestione la sua mise. A fine maggio a Londra, al "Bike Shed" è stata presenta la Yamaha XJR 1300 DissidenT, elaborata da it roCks!bikes, un gruppo di customers portoghesi.

Prima di parlare di questo tributo alla XJR è forse il caso di spendere qualche riga così capirsi meglio dopo. L'idea base che ha guidato questo progetto e altri due ispirati dallo stesso spirito si basa sul Plug&Play, ossia il montaggio di un componente senza che sia necessario apportare modifiche irreversibili al telaio.

In pratica basta svitare qualche bullone, togliere il componente di serie e sostituirlo con uno fornitocdalla ditta di customers, in questo caso dalla it roCks!Bikes. E' da notare che non è necessario acquistare tutto l'intero kit di ricambi per trasformare la propria XJR 1300 nella DissidenT. In pieno spirito café racers, infatti, i pezzi potranno essere avquistati songolarmente. Un approcio probabilmente pratico per chi ha l'animo di un biker da café racer ma non ha, suo malgrado, troppo tempo da spendere con i meccanici o a cercare ricambi.

Il monoscocca - marchio dell'it roCks!Bikes - e qualche specifica

Prima di descrivervi il pezzo forte, il monoscocca, è bene spiegare che dietro cotanto nome, l'it roCks!Bikes, si nascondono due ragazzacci di Porto, Alexandre Santos e Osvaldo Coutinho che lavorano insieme solo da un paio d'anni.

La caratteristica saliente della DissidenT, si diceva, quella che ti s'imprime nella testa non appena le dai un'occhiata, anche veloce, è il monoscocca che riunisce in unico blocco il codino, la sella ed il serbatoio.

Come per la Botafogo, la forcella è presa in prestito dalla Yamaha YZF-R1. I cerchi sono Kineo da 17. La sella è artigianale e, neanche a dirlo, di pelle.

Senza perdersi nella componentistica, tutta a stampo rigorosamente café racer, spicca un apertura in vetro a livello del carter motore. Questa permette di osservare il fulcro dinamico della DissidenT.

I commenti sul potente e solido motore della Yamaha XJR 1300 sono superflui.

Ancora una volta la casa di Iwata ha dimostrato ancora una volta di sapersi adattare ai tempi e di sapersi aprire anche a collaborazioni con piccole realtà.