Casey Stoner - ex pilota Ducati - ne è convinto: se non avesse smesso di correre in MotoGP nel 2012, domenica a Valencia si sarebbe potuto giocare il titolo di campione del mondo con Marc Marquez.

Le dichiarazioni alla Gazzetta dello Sport

L’australiano ha risposto a ruota libera a molte domande su un’interivista presente sulla Gazzetta dello Sport. L’ex pilota ha fatto un bilancio sulla stagione MotoGP 2017, analizzando le condizioni di Ducati, Honda e Yamaha.

Casey è il primo a dirsi sorpreso per l’ottima stagione di Andrea Dovizioso, secondo nella classifica piloti quando manca una sola gara alla fine del campionato.

Secondo l’australiano i progressi fatti dal Dovi con la Ducati nell’ultimo anno sono frutto della vittoria a Sepang nella scorsa stagione. Se da un lato è rimasto sorpreso per i numerosi successi, dall’altro lo è stato per la stagione altalenante di Jorge Lorenzo. Tutti si aspettavano molto di più dallo spagnolo, ma Casey è sicuro che nella prossima stagione Jorge sarà protagonista tanto quanto Andrea.

Il rifiuto di tornare a correre ma la consapevolezza di essere un campione

Come di consueto, i giornalisti hanno chiesto a Casey se in futuro potrebbe tornare a correre in MotoGP. L’australiano risponde dicendo di non avere per nulla nostalgia dello stress dovuto alle gare e di essere molto felice della propria vita da ‘pensionato’.

In seguito, quando gli viene chiesto se gli sarebbe piaciuto sfidare Marquez. A questa domanda, Stoner risponde con grande consapevolezza di avere battuto Rossi, Lorenzo e Pedrosa in passato e che quindi avrebbe tranquillamente battuto anche Marc in pista. E proprio come Dovizioso oggi, anche lui si sarebbe potuto giocare il titolo di campione del mondo.

La stagione della Yamaha e il futuro di Casey

L’intervista si conclude con un’analisi della stagione del team Movistar Yamaha e una domanda sul futuro di Casey. Per quanto riguarda la casa dei tre diapason, Stoner sostiene che ci sia stato qualche errore nello sviluppo della moto. Non si può sapere, tuttavia, se sia stata causa degli ingegneri giapponesi o dei feedback dei piloti Maverick Vinales e Valentino Rossi.

È evidente, però, come il gran ritmo mostrato sin dai test invernali e nelle prime tappe di campionato sia poi svanito nel nulla.

Per quanto riguarda il futuro, guardando quanto fatto da Max Biaggi e Valentino Rossi ci si chiede se anche Casey abbia intenzione di fondare un Team per aiutare a crescere i giovani talenti. Alla domanda, l’australiano ha risposto negativamente chiarendo che quella del paddock non è più la vita che vuole vivere.