Siamo ancora nel campo delle ipotesi ma gli analisti stanno già provando a tracciare dei possibili scenari su come potrebbe incidere l’esito del referendum sulla Brexit, in cui lo ricordiamo ha vinto il Si all’uscita dall’Unione Europea
La Sterlina Inglese
Di una cosa siamo certi, ovvero che la Sterlina sia crollata e che i mercati asiatici stiano vivendo un momento di totale destabilizzazione. Ma anche questa notizia non ci spaventa più di tanto, almeno finchè non vedremo gli esiti della stessa sulle nostra tasche. Uno degli scenari possibili è quello di un rialzo dei tassi a catena anche se ovviamente si tratta soltanto di una delle ipotesi ventilate.
Il crollo della sterlina potrebbe sicuramente far aumentare l’inflazione con un conseguente rialzo dei tassi da parte della Bank of England che potrebbe a sua volta influenzare la Federal Reserve, con conseguente fuga di capitali verso i due paesi anglosassoni. Conseguenza? La BCE e Mario Draghi dovrebbero rivedere la loro politica di tassi zero.
Siamo ovviamente nel campo delle ipotesi perché al momento nessuno, ma proprio nessuno, può dire con certezza che cosa succederà.
I tassi d'interesse, i possibili scenari
Certo è che se dovessero alzarsi i tassi, i mutui e i prestiti, che in Italia nell’ultimo periodo avevano visto una crescita importante favorita proprio dalle condizioni economiche favorevoli proposte dalle banche, potrebbero diventare più cari.
Secondo uno studio del Global Consuel Ue, potrebbero essere Malta, Lussemburgo Olanda, Irlanda, Cipro e in secondo piano Portogallo e Grecia, ovvero i paesi il cui sistema bancario è più collegato a quello britannico, i paesi che complessivamente risentirebbero maggiormente della Brexit. L'Italia potrebbe essere invece fra i paesi meno colpiti.
L’interscambio tra Roma e Londra è infatti relativamente modesto e se guardiamo i flussi di investimenti scambi economici da Gran Bretagna ed Italia, siamo molto molto in basso nella classifica Europea, al terzultimo posto, insieme ad Austria ed Ungheria. Non resta che seguire i prossimi sviluppi per capire se da domani ci sveglieremo un po’ più poveri o se tutto questo non cambierà più di tanto la nostra micro economia domestica.