Serataccia inaspettata per la squadra di Benitez, che, oltre all'amaro per una, altrettanto, sconfitta inaspettata, ha ancora qualcosa da recriminare all'arbitraggio. Qualcosa di inaspettato, certo, ma anche di prevedibile dato la poca combattività di tutta la formazione.

La partita - Ore 21.05, calcio di inizio. La squadra partenopea riesce a condurre il gioco per i primi 45 minuti. Un'occasione provata dal "pipita", Gonzalo Higuain,  con un colpo di testa verso la porta del solito Boyko. Parata strepitosa, e l'incubo della mezz'ora dei secondi quarantacinque minuti dell'andata torna a farsi sentire.

La partita procede lenta, stenta a decollare. Arriva il gol del Dnipro, con il solito numero 11 della formazione ucraina a farsi beffe della difesa della squadra allenata da Rafael Benitez. Da qui il tecnico partenopeo, cambia modulo, fa entrare Hamsik, Mertens  e Henrique passando dal 4-2-3-1 al 3-5-2 offensivo. Una prestazione davvero deludente anche da parte di Manolo Gabbiadini, arrivato a Gennaio dalla Sampdoria, che non brilla già nei primi minuti della partita, con falli a dir poco leziosi, che l'arbitro Moen punisce con un giallo, il primo dei 3 cartellini dati rispettivamente a Goulham nel secondo tempo per un fallo che blocca la ripartenza del Dnipro, e a Callejon per proteste. Sette i cartellini per il Dnipro, che si conferma una squadra ostica per il Napoli, dato le precedenti sconfitte, sempre in Europa League, ma ai tempi di Walter Mazzarri.

Ostico anche il finale di partita dove il cambio di modulo non porta benefici, se non un possesso di palla prolungato, e una seconda occasione per il Dnipro che sfiora il secondo goal con Matheus. Nel finale di partita va riconosciuta la grinta di Mertens, che prova a far male, ma non basta. 

Le polemiche - Anche al ritorno, non si placano le polemiche per un arbitraggio mediocre, che lascia sospetti in varie azioni.

La prima il mancato ammonimento di Kankava, che interrompere il fraseggio del Napoli commettendo fallo di mano. L'arbitro fischia la punizione, ma senza ammonire il giocatore. Dopo pochi minuti, su un calcio d'angolo lo stesso Kankava placca Maggio in aria di rigore, sarebbe stato fallo da seconda ammonizione, rosso, Dnipro in dieci e rigore per il Napoli.

Nulla di tutto questo interessa l'arbitro, si continua a giocare. Nella ripresa in occasione del goal del Dnipro, due fatti sconcertano: un fallo di mano in area di rigore, che fa partire l'azione di contropiede guidata da Konoplianka, cross in aria di rigore, Seleznyov trattiene Britos, segna, ma anche qui nessuno vede nulla. 

Riflessione - Un Napoli spento. Un Higuain che non trascina i propri compagni, una prestazione mediocre per un giocatore dalle così alte aspettative. Un arbitro non all'altezza. Il punto rimane un altro. Perché, sapendo che l'obbiettivo era la finale, la partita è stata così mal interpretata? Giocatori svogliati, frustrati anzitempo, un David Lopez degno di una squadretta di serie C.

Anche se l'arbitraggio ha segnato tutto, la partita, se giocata con i giusti attributi, sarebbe potuta diventare la partita della vita. Nulla da dire su Benitez, ma un consiglio: il vostro obbiettivo era uno, e uno solo, la Champions, perchè partire già con un piede nel baratro? L'atteggiamento non c'era. La convinzione non c'era. Il Napoli non c'era.