In via Pratola, alla periferia di Pomigliano d'Arco, una cittadina industriale alle porte di Napoli, si è consumato un omicidio. Ad impugnare la pistola è stato un noto imprenditore aeronautico della zona, il 47enne Vincenzo La Gatta, a scapito del 35enne Giuseppe Di Marzo, pregiudicato. Un omicidio la notte di Natale che ha lasciato esterrefatti i cittadini pomiglianesi, alcuni dei quali, i più pacifisti, erano già entrati in combutta con La Gatta, avendo costui posizionato un modellino di aereo militare a Viale Impero, per pubblicizzare la propria azienda.C'è da dire che da tempo La Gatta camminava armato ma aveva il porto d'armi.

Tuttavia, proprio con quell'arma si è macchiato dell'omicidio di Di Marzo. Ma vediamo qual è stato il movente di un delitto così efferato.

Il motivo della lite

Sembra, stando alle prime indiscrezioni, che Giuseppe Di Marzo, la sera di Natale, fosse un po' su di giri e avesse iniziato a infastidire alcune persone nei pressi di un locale. L'imprenditore La Gatta si trovava nei paraggi con un amico, Salvatore Sassone, che ha iniziato a discutere animatamente con Di Marzo, fino ad arrivare ad una vera e propria colluttazione. A questo punto è intervenuto, in difesa dell'amico Sassone, La Gatta che ha fatto fuoco, colpendo il pregiudicato alla tempia e uccidendolo sul colpo. Questa la ricostruzione dei Carabinieri della Compagnia di Castello di Cisterna che sta indagando sull'accaduto.

Attualmente l'imprenditore si trova agli arresti domiciliari con l'accusa di omicidio ed è in attesa di processo. Tuttavia, bisogna sottolineare che il nostro ordinamento prevede la presunzione di innocenza cioè l'indagato non è considerato colpevole fino a che non siano conclusi i tre gradi di giudizio. Dunque, non resta che attendere gli ulteriori sviluppi della situazione giudiziaria di La Gatta. La vicenda sarà ricordata come il 'delitto della notte di Natale' che ha insanguinato una cittadina come Pomigliano d'Arco che, nonostante tutto, crede ancora nei valori di pace e di fratellanza.