Scavi di pompei: Si riaccende la polemica sul caso del cedimento di una parte del muro dell'atrio della Casa del Pressorio di terracotta sita in via dell'Abbondanza (civico 22 insula IV della Regio I), all'interno degli scavi di Pompei.

Il crollo era stato segnalato dalla Soprintendenza archeologica speciale di Pompei lo scorso 27 gennaio. Subito erano partite le indagini degli inquirenti a carico di ignoti, per capire le cause dell'evento.

Il Tribunale di Torre Annunziata ha fatto sapere che il crollo della porzione di muro è stato conseguenza di un naturale deperimento del materiale.

Nessuna azione dolosa dunque.

Crolla il muro della Casa del Pressorio a Pompei: parla Antonio Pepe

Sulla vicenda è intervenuto il sindacalista Antonio Pepe, segretario del coordinamento provinciale Confsal - Unsa di Napoli (area metropolitana - soprintendenza speciale di Pompei, via Villa dei Misteri n.2 80045 Pompei, Napoli).

"Naturale deperimento - ha esordito Pepe - così sono state chiuse le indagini a carico di ignoti della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, per il crollo di una porzione di muro, di circa 1,5 mq, avvenuto nell'atrio della Casa del Pressorio di terracotta e rilevato da un custode durante il giro di ronda del 27 gennaio scorso".

Dopo la ricostruzione dei fatti, arriva il j'accuse di Pepe, che ha aggiunto: "Non è in nessun modo accettabile che si parli a sproposito delle OO.SS (organizzazioni sindacali) e dei lavoratori, mettendone in discussione la correttezza e il rispetto per il loro lavoro, attraverso dichiarazioni totalmente prive di fondamento, che assumono il sapore di mere illazioni, al solo scopo di screditare l'immagine delle OO.SS e dei lavoratori degli Scavi di Pompei".

Lo sfogo di Antonio Pepe fa riferimento fa riferimento a quanto accaduto all'indomani del crollo, quando alcuni puntarono il dito contro l'operato dei custodi e delle sigle sindacali.

"La conclusione della Procura - ha sottolineato ancora il sindacalista - riabilita le OO.SS e i lavoratori dalle illazioni espresse nei loro confronti e dà una giusta risposta a chi parlava a vanvera con l'intento di mascherare le vere ragioni che hanno provocato l'ennesimo crollo: incuria e negligenza, proprio nel mentre si magnificavano i grandi interventi di restauro all'interno dell'area archeologica di Pompei".