Realizzato da Fondazione Unipolis (fondazioneunipolis.org),Demos&Pi (demos.it) e Osservatorio di Pavia (osservatorio.it), il Rapportoillustra tutte le insicurezze degli italiani maturate nel corso del 2012. L’insicurezza è divenuta un elemento comune e quasi normale dellanostra società e nella vita quotidiana. Primi numeri indicano che per il 49%degli italiani la disoccupazione è fra i problemi più importanti da affrontare,per un altro 42% preoccupa la situazione economica e per il 28% l’inflazione. Lacrisi economica ha assorbito le altre paure, ha messo in secondo pianol’ostilità verso gli altri e i timori si sono rivolti alla situazione economicae al lavoro che colpisce da vicino.

L’identikit delle personespaventate comprende donne, anziani, con livello d’istruzione più basso e posizionesociale meno elevata, residenti nel Mezzogiorno e le persone “sole” che nonpartecipano e passano molto tempo davanti alla Tv. L’insicurezza economica èmolto elevata nel Nord Est anche fra le persone d’istruzione media, fra gliimprenditori e i lavoratori autonomi. L’insicurezza legata alla criminalità mostraindici particolarmente alti soprattutto nel Nord Ovest. La percezione dellacrescita della criminalità a livello locale riguarda soprattutto le classidirigenti e i ceti medi nelle aree dell’Italia centrale. Mentre l’insicurezzaglobale colpisce con particolare intensità i liberi professionisti e, ingenerale, l’incertezza coinvolge anche le persone impegnate in associazioni di volontariatoe in gruppi che s’interessano dei problemi del territorio.

L’impegno non basta più a esorcizzare né a sopire l’insicurezza e a “farsicarico” dell’incertezza. Questo disagio nonsi traduce in un atteggiamento altrettanto diffuso, orientato verso la protestasociale. La quota di persone che ritiene utile “scendere in piazza” supera dipoco il 30%. Persiste, invece, lasensazione che in Italia sia diffusa la ricerca di soluzioni su base privata eindividuale, attraverso il sostegno della famiglia.

La protesta collettiva e lereti di solidarietà comunitaria sembrano convincere meno che in passato. Lacrescente individualizzazione dell’insicurezza si traduce in un crescente senso di solitudine. Il 23%degli italiani afferma di sentirsi “solo” e le maglie dell’incertezza sistringono intorno a individui che si sentono soli e vulnerabili.

La “politica” in sé èdivenuta un fattore di “insicurezza”. Una dimensione dell’insicurezza accantoalle altre che contribuisce a moltiplicare il senso di precarietà. Oggi solouna frazione della popolazione ritiene la classe politica non solo in grado“di” ma perfino interessata “a” governare per il bene dei cittadini piuttostoche per il proprio tornaconto personale. Oltre metà degli italiani pensa che lacorruzione politica sia più diffusa. Quasi la metà guarda con preoccupazione leprossime elezioni, teme che possano compromettere la credibilità internazionaledel Paese e, più in generale, costituiscano un fattore d’instabilità internaoltre che esterna. Il 46% degliintervistati descrive le elezioni anzitutto come un rischio per l’economiaperché segneranno “il ritorno dei politici e dei partiti”.

L’83% degli italiani ritiene i politiciinteressati solo al potere e ad arricchirsi. Per il 92% nessuno, o solo alcunidi essi, sono capaci di governare nell’interesse dell’Italia.

Èun’insicurezza generalizzata, pervasiva quella degli italiani che determina ealimenta paure e preoccupazioni crescenti. L’incertezza politica e ledifficoltà crescenti del Paese mostrano che “nel 2012 gli italianiappaiono complessivamente più insicuri: l’80% è insicuro sotto ilprofilo economico, il 90% afferma che l’Italia è un Paese diviso dal punto divista del reddito e della condizione sociale” e con crescenti distanze fra chiha troppo e chi troppo poco. Disoccupazione, cassa integrazione, precarietà,impossibilità di trovare un lavoro, perdita di reddito e di potere d’acquisto,costituisce le paure e le preoccupazioni predominanti, si guarda alle elezionicon timore, la maggioranza non le considera capaci di risolvere i problemigravi e vivi del Paese. La corruzione politica e l’antipolitica, affiancateall’incertezza politica, sono alimentati dalla crisi economica.