"Ibis redibis non morieris in bello". E' una delle più antiche e celebri profezie. Così risponde la Sibilla Cumana al soldato che le chiede una previsione sulla sua sorte. Una risposta ambigua (da qui il termine di "sibillino"). Spostando una virgola prima o dopo il negativo "non", la profezia assume significati opposti, "Andrai, tornerai, non morirai in guerra", oppure "Andrai, non tornerai, morirai in guerra". Sulla ambiguità è basato il sistema delle profezie a seguire.
Tutto può apparire vero a posteriori, tutto può essere interpretato come conseguente a una divinazione.
Sono attribuite a Malachia, vescovo e santo vissuto nel profondo medioevo, una serie di profezie sulla successione dei pontefici sino agli ultimi due, il papa nero e Pietro il Romano, preludio dell'apocalisse.
Pare comunque trattarsi di testi apocrifi, pubblicati sul finire del 1500, con oscuri messaggi politici. Anche ora, i cultori dei segnali profetici hanno creduto di vedere in Francesco I il "papa nero", con riferimento alla sua appartenenza all'ordine dei gesuiti.
La fine del mondo è un tema ricorrente nelle antiche profezie, viene ripreso da Nostradamus, famoso astrologo vissuto nel 1500. Egli la collocò nel 1999, con evidente riferimento al passaggio biblico "mille e non più mille".
Nostradamus formulò numerose profezie sul futuro dell'umanità, quasi tutte riferite ad eventi drammatici, pestilenze, guerre, persecuzioni politiche o religiose… Conoscendo il mondo con l'esperienza del passato, fu una facile e riscontrabile previsione, nei fatti, se non nei tempi.
Tutti ricordiamo il calendario Maya, che fissava la fine del mondo (o del nostro mondo) nel dicembre 2012.
Il moderno oroscopo cerca il consenso, vuole "compiacere il consumatore". Non formula previsioni funeste, ma solo avvertimenti di cautela in presenza di particolari segnali astrologici. Così risulta più facile credere, trovare consolazione alle nostre incertezze. Confidare negli astri? In fondo la luna influenza le maree, potrebbe influenzare la nostra esistenza. Il destino vero però resta imprevedibile, si presenta sempre in forme diverse e inaspettate, cogliendoci impreparati nonostante i nostri sforzi di spiare il futuro.