Nel giorno del suo sedicesimo compleanno, MalalaYousafzai parla alle Nazioni Unite: senza esitazione, nessun timorereverenziale, una ragazzina, prende la parola e parla della sua esperienza, quella terribileesperienza che l'ha segnata per sempre.

Malala ha accettato ditestimoniare con le sue ferite la condizione della donna in Pakistan, affinchènon accada più quello che è accaduto a lei: lo scorso ottobre un gruppo ditalebani pakistani ha aggredito lei e le sue compagne che rientravano a casadopo la scuola e ha fatto fuoco senza pietà.

Malala è rimasta a lungo tra lavita e la morte, la sua unica colpa era quella di voler studiare e i talebaninon consentono alle donne di proseguire gli studi.

Malala rimase ferita gravementealle spalle e alla testa e fu trasferita, grazie all'interessamento degliinglesi, presso l'Ospedale Queen Elizabeth di Birmingham dove ha subito diversiinterventi per la ricostruzione, tra l'altro, della calotta cranica. Il trasporto della piccola per l'Inghilterra è stato assicurato da un aereo messo a disposizione dagli EmiratiArabi Uniti.

Con le ripetute aggressioni allestudentesse, i talebani intendono lanciare un severo monito nei confronti delledonne che, attraverso l'istruzione, vogliono emanciparsi.

Vestita di rosa, con indosso unoscialle bianco appartenuto a Benazir Bhutto, l'ex premier pakistana uccisa nel2007, Malala ha consegnato al Segretario Generale Ban Ki-moon una petizione dicui la stessa Malala è promotrice sul diritto all'istruzione e che in un solomese ha raccolto più di 4 milioni di firme.

Seduti in prima fila i genitori ei fratelli, molto emozionati e quasi increduli della forza scaturita in questaragazzina dopo l'attentato, la sua battaglia è quella di tante ragazzine chelottano per i loro diritti.

La violenza non è mai lasoluzione per chiudere la bocca, nel caso di Malala non lo è stata, l'ingiustizia subita ha rafforzatole sue convinzioni e l'ha resa più forte, tanto da diventare un simbolo per lestudentesse pakistane.

Le sue parole hanno lasciato ilsegno in un Assemblea di adulti dove generalmente si discute dei destini delmondo: "Un bambino, un insegnante, un libro, una penna possono cambiare ilmondo. L'istruzione è la sola soluzione".

Parole che fanno riflettere, chenei nostri Paesi democratici sembrano quasi scontate, diritti acquisitiinalterabili, ma che in alcuni Stati non sono diritti, ci sono soggetti che nonhanno diritti e questo oggi, grazie a Malala, è una realtà che abbiamo imparatoa conoscere.

L'esempio e il coraggio di Malalada quel 9 ottobre 2012 hanno visto un susseguirsi di manifestazioni di sostegnoe solidarietà anche e soprattutto in Pakistan, dove tante donne sono scese inpiazza per rivendicare i propri diritti.