Si riparla di riformadelle Pensioni. La contestata riforma Fornero non ha ancora trovato pienaattuazione e già si vuole intervenire per modificarne il senso di marcia. La storia si ripete concorsi e ricorsi e poiché c'è la coazione a ripetere gli stessi errori, siavanzano proposte miracolose in nome della dignità dei lavoratori, dell'equità,della solidarietà tra le generazioni.

Sono gli stessi principiche portarono alla riforma Amato del 92, alla riforma Dini con l'introduzionedel metodo contributivo e alla creazione del fondo dei lavoratoriparasubordinati, all'abolizione del gradone di Maroni e alla stessa riformaFornero sulla quale sventolava la bandiera dell'equità.

La filosofia è fatta dainumeri, diceva A. Einstein. Invece, i demagoghi fanno discendere tutto dai principi astratti che hanno il pregiodi affabulare e affascinare chi nella difficoltà spera sempre in un salvatore.

Tra le tante ipotesidi controriforma, la più coccolata e gettonata è quella contenuta nella proposta Damiano che incarna il mito della flessibilità del sistema pensionistico. Si vagheggia un sistemaflessibile, democratico, dove i lavoratori possono liberamente sceglierequando andare in pensione, secondo le proprie personali esigenze. Visto così,sembra un cielo azzurro dipinto di rosa.

In armonia con questa visione celestiale, la proposta Damiano prevede un sistema chedovrebbe consentire di scegliere quando andare in pensione entro un intervallocompreso tra i 62 e i 70 anni di età.

Ma la scelta non è innocua. Per ragioni di sostenibilità economica del sistema pensionistico, sarebberointrodotti incentivi per chi ritardail pensionamento e disincentivi, cioèun taglio del rendimento, per ogni anno di anticipo.

Se osserviamo questa proposta e allarghiamo l'angolo di visione,emerge che:

  • c'èpoco margine di manovra perché circai tre quarti delle pensioni sono inferiori a 1.000 euro e nuovi tagliaffamerebbero i lavoratori più deboli;
  • glieffetti sarebbero ancora più pesantie insostenibili sulle pensioni liquidate con il sistema contributivo, che giàscontano rendimenti bassi;
  • nellaformula magica della flessibilità v'è un elementonegletto: la scelta spesso non sarebbe libera ma indotta dalla tipologia dilavoro e dal contesto (perdita del lavoro, ecc.).

Un incallito professore universitario,un illuminato magistrato, un esperto burocrate, un umile insegnante potrebbeattendere tranquillamente i settanta anni: si vedrebbe aumentare la buonuscita,lo stipendio e la pensione.

Un lavoratore agricolo,un muratore, un autista, un operaio qualsivoglia ben difficilmente riuscirebbea trascinarsi sin sulla soglia dei 70 anni, anche in assenza della crisi che siriflette sulle dinamiche occupazionali. Per loro ci sarebbe l'ulteriore beffadel taglio di una pensione già bassa;

Vi sarebbe anche un nefasto effetto tecnico,che poi penalizzerebbe sempre i più esposti e indifesi.

La riforma Fornero ègià per sua natura farraginosa ed esporrà l'Inps a un sicuro contenzioso;intervenire, sovrapponendo norme a norme, creerebbe un sicuro caos. Quindi l'impalcatura del sistema andrebbe quantomenoridisegnata per conferirgli una coerenza complessiva e una maggiore trasparenza.La semplificazione e la leggibilità delsistema sono indispensabili per facilitarne la comprensione e l'accesso ailavoratori.