Il risultato del recente incontro a Ginevra tra ilSegretario di Stato americano John Kerry e il Ministro degliEsteri russo Serghei Lavrov è stato giudicato "eccellente"dalle parti: se Bashar Al Assad consentirà agli ispettori ONUl'accesso ai siti di stoccaggio delle armi chimiche e se aderirà altrattato della messa al bando delle stesse si eviterà un interventomilitare fortemente voluto dagli Stati Uniti, ma nonostantel'apparente ottimismo delle diplomazie nuvole scure permangono suicieli della martoriata Siria e le incertezze sull'effettivosviluppo degli avvenimenti continua a tenere il mondo col fiatosospeso.

Barack Obama ha dichiarato che le posizioni americanesu un possibile intervento armato, qualora il regime siriano nondimostri un chiaro intento di collaborazione, pesano comunque comeuna minaccia in considerazione del fatto che la Russia ha giàfatto sapere che in caso di intervento si schiererà accanto allaSiria. Questo fatto, almeno dal punto di vista diplomatico, porrebbenuovamente le due super-potenze su fronti opposti evocando scenari diguerra fredda.

A complicare ancora di più la situazione cisono gli aspetti di instabilità generale che turbano l'areamediorientale e dell'Africa settentrionale con la crisiturca, quella libanese e non ultimo l'isolamento di Israeleche oltre ad affrontare il problema libanese si sente, come alleatodegli Stati Uniti, sotto il mirino delle frange estremistedell'integralismo musulmano.

Le recenti notizie giunte dai ribellisiriani relative al fatto che il regime di Assad stia dislocando eframmentando il proprio arsenale chimico in vari siti per complicarele indagini degli ispettori ONU non rende certo l'idea di un quadroroseo come vogliono far credere le diplomazie americana e russa. Comeevocato dalnostro ministro degli Esteri, Emma Bonino, lapossibilità che un eventuale intervento armato dell'Occidente possainnescare un conflitto a carattere globale non appartiene allafanta-politica benché possa sembrare apocalittico, ma letensioni, militari, religiose e politiche di tutto lo scacchieremediorientale e nord africano sono a questo punto un mix esplosivo danon sottovalutare.

La speranza è, naturalmente, che le diplomazie eil buon senso prevalgano, ma devono affrontare due ostacoli enormi:l'integralismo e il fanatismo