Guardando l'ennesimo programma di approfondimento politico e l'ennesima baruffa tra membri di governo e di partito mi è tornato in mente un libro di Tom Robbins. Nel suo divertente romanzo Coscine di pollo scrive: "Tra gli uomini, l'incapacità di percepire correttamente la realtà è spesso responsabile di comportamenti anomali. Ogni volta che alla parola capace di descrivere accuratamente un'emozione o una situazione si sostituisce un termine gergale, sciatto e multiuso, si pregiudica il proprio orientamento nella realtà e ci si spinge sempre più lontano dalla riva sulle acque caliginose dell'alienazione e della confusione."

Direi una fotografia fedele di quel che accade in noi quando manca la chiarezza e quando anche una realtà importante viene rappresentata per mezzo di un linguaggio irrispettoso e dozzinale.

Io credo che la verità sia semplice: chi sa cosa vuol dire sa come dirlo e vuole farsi capire. I politici non possono sfuggire a questa legge, e disconoscere la realtà oggettiva dei fatti, delle sentenze, delle prove, reagire con arroganza, litigando, solo per difendere se stessi non può essere solo incapacità ma più credibilmente malafede.

Ma cosa può far pensare ad un personaggio pubblico, qual è un politico, di poter dire cose insostenibili, senza fare chiarezza e dare risposte concrete, e poter proporre lo stesso scenario di uno scrauso programma d'intrattenimento senza minare la credibilità del suo lavoro? Noi siamo lì, possiamo ascoltare, magari siamo in tanti, ma per ogni trasmissione o questione è uno scontro e, proprio per questo, anche riuscendo a cogliere l'accaduto, spontaneamente tendiamo a riconoscere ragioni o torti lì per lì.

Sarebbe invece importante concentrarci su una visione d'insieme e sull'essenza: chi doveva fare non ha fatto e deve prendersi le sue responsabilità, oppure, chi deve fare ne avrà l'onere e dovrà rispondere dei risultati. E allora sarebbe bello che qualche esperto di comunicazione studiasse uno spot indipendente, di tutti noi, rivolto agli uomini di governo presenti e futuri, che grazie a una diffusione virale facesse passare questo messaggio: noi vi vediamo, non ci distraiamo, non ci facciamo prendere in giro e siamo attenti, e voi fate il vostro dovere perché è questo che ci aspettiamo da voi.

Inutile? Può darsi, come i cartelli che sempre più spesso vedo all'interno dei supermercati della mia città con su scritto "chi ruba è un ladro" e che mio figlio di sei anni ha commentato con un "a cosa serve? Lo sappiamo, non siamo mica scemi". Appunto.