Matteo Renzi si aggiudica le primarie degli iscritti al Partito Democratico, ma non con quel plebiscito, che non pochi pronosticavano. Ha raccolto il 46,7% dei consensi, contro il 38,4% di Gianni Cuperlo, che oggettivamente è un risultato nemmeno lontanamente prevedibile alla vigilia. Tra l'altro Cuperlo ha prevalso nei circoli delle grandi città, quali Roma, Milano, Bologna, Genova, Napoli. E questo esito dovrebbe in qualche modo far pensare, se non proprio inquietare il Sindaco di Firenze.
Gianni Cuperlo, con toni moderati e sereni, forte del sostegno della maggior parte delle figure carismatiche del partito (D'Alema, Bindi, Bersani), ha portato avanti una campagna improntata a realismo e buon senso, non troppo rivoluzionaria, ma nemmeno conservatrice.
Non bisogna scordarsi, che, al di là dei cambiamenti sbandierati in questi anni nella struttura e nelle modalità di gestione del partito, lo stesso rimane un gruppo politico la cui anima è rappresentata dai fedelissimi, dai nostalgici e non da un elettorato fluttuante a seconda della situazione contingente, pertanto, per le primarie dell'8 dicembre, si prospetta un testa a testa pure incerto tra i due.
Renzi ha il vantaggio di essere un esponente della sinistra italiana controverso, anomalo, non sgradito nemmeno agli altri schieramenti politici, che va oltre certe cristallizzate diversità e può raccogliere consensi a 360%, ma, paradossalmente, è temuto e frenato proprio dal suo stesso schieramento, che, nella sua essenza più radicata e nei suoi apparati è conservatore, tende a tutelare e rinsaldare canoni mai smentiti e superati.
E' un personaggio politico nuovo, sui generis, fuori dagli schemi della sinistra, quasi all'americana, ma gli elettori italiani sono ben diversi da quelli americani, molto meno immediati e spontanei. Si è accreditato come personaggio politico arrembante, spigliato, spiritoso e simpatico, con in testa l'idea di una rivoluzione radicale necessaria al paese, purchè cambi marcia.
Vuole "cambiare verso" all'Italia, per ridare speranza agli italiani e lo vuole fare, cambiando prima, da segretario, il modo di intendere il suo partito e le sue ambizioni, in modo da farne il trampolino di lancio, per vincere la rassegnazione, che dilaga tra la gente.
Il suo cammino politico pare essere una corsara galoppata alla cowboy, ma esiste il rischio, che il destriero in groppa al quale siede inciampi in un'insidia imprevista e lo disarcioni. E l'insidia potrebbe essere proprio Gianni Cuperlo, cavaliere più cauto e accorto, che, alla distanza, lo potrebbe sfilare, visto e considerato che un bel po' di terreno l'ha già recuperato.