Negli anni ottanta-novanta, anni in cui si stava avvicinando la fine della prima Repubblica, la nostra economia era allo stremo e l'inflazione viaggiava in alto, superando il 20%.Nonostante ciò, c'era meno disoccupazione e i salari, gli stipendi e le pensioni, erano sufficienti a far arrivare le famiglie a fine mese, anzi, erano in tanti a mettere da parte qualche migliaia di lire. I risparmi, venivano investiti in Bot o Cct e pure i pensionati investivano il loro TFR in titoli di Stato o in azioni percependo interessi che andavano oltre il 10%.

Questi risparmi sarebbero serviti per l'avvenire pensando a giorni peggiori, mentre alcuni acquistavano un appartamento o un lotto di terreno per edificare. Ed ecco la fine della prima Repubblica, e, di conseguenza, l'avvento della crisi che ha iniziato a rosicchiare i risparmi. Poi, l'inizio della seconda Repubblica ha fatto il resto a causa delle salatissime tasse rifilate dal nuovo governo.

E veniamo ai giorni nostri. Stiamo attraversando una crisi profonda e, nonostante ciò, abbiamo un'inflazione che non arriva all'1%, con i prezzi dei generi di primo consumo che sono arrivati alle stelle, tant'é che, le famiglie non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese con la povertà in sensibile aumento e il gruzzoletto dei pensionati che fino a poco tempo prima serviva ad aiutare le loro famiglie, si sono talmente assottigliati, per cui, non possono fare più alcun affidamento.

E le banche, per contro, non sono propense a fare prestiti, non solo alle famiglie in difficoltà, ma pure alle piccole imprese, nonostante abbiano salvato l'Italia più di una volta. Verrebbe da dire che si stava meglio quando si stava peggio.