La politica del Movimento 5 Stelle sembra adesso rivolta alla pulizia, quasi etnica, ma sicuramente contro chi non viene "ammaestrato" dai due fondatori: Grillo e Casaleggio. Il popolo grillino si sta sgretolando e sta dimostrando che il governo Renzi, le ghigliottine della Boldrini e la scarsa funzionalità delle istituzioni democratiche creano una tensione che si taglia quasi con il coltello.
I primi quattro espulsi con il voto del web nelle scorse settimane: Lorenzo Battista, Francesco Campanella, Luis Alberto Orellana e Fabrizio Bocchino.
Detti anche "complottisti", "sabotatori", "traditori", visti come quelli vicini al governo delle larghe intese e alla casta che l'M5S ha sempre inserito nelle battaglie elettorali e politiche. I grillini quindi cercano di far capire al mondo il proprio giudizio contro l'incostituzionalità parlamentare.
Cercano di far capire che la loro linea è quella che l'Italia deve prendere per rialzarsi. Una linea che loro definiscono democratica, ma di democrazia sa poco anche perché oggi dopo i primi 4 senatori espulsi ne arrivano altri 5 che presentano le dimissioni e sono: Alessandra Bencini, Laura Bignami, Monica Casaletto, Maria Mussini e Maurizio Romani.
Questi 5 secondo Beppe Grillo «si sono isolati e non possono continuare ad essere rappresentanti ufficiali nelle istituzioni», sono cioè entrati nella squadra degli espulsi che sembra avere intenzione di creare un nuovo partito con tanto di simbolo.
Poi ancora sul blog scrive: «questo gesto non è stato motivato da situazioni personali, familiari o di salute, come solitamente avviene in questi casi, ma come gesto politico in aperto conflitto e contrasto con quanto richiesto dal territorio, stabilito dall'assemblea dei parlamentari del M5S, confermato dai fondatori del M5S e ratificato dagli iscritti certificati in Rete, in merito ai quattro senatori espulsi».
La democrazia del Movimento 5 Stelle sentenzia la cacciata, per dimissione, oggi di altri 5 e sembra ce ne saranno altri in futuro. I grillini sono passati da 50 a 41 senatori. Proprio ieri il medico Maurizio Romani ha spiegato la sua posizione dimissionaria dicendo: «Beppe Grillo, nel suo comunicato n.45, afferma che ogni parlamentare è libero di esprimersi senza chiedere il permesso a nessun capobastone».
Il comunicato sembra chiaro e ieri ha parlato anche Laura Bignami, neo espulsa, dicendo: «antepongo alle 5 stelle solo morale e democrazia. Io sono madre e devo dare e lasciare ai miei figli segni di dignità e coerenza». Non sono clementi le dichiarazioni dei dimissionari che come i 4 precedenti hanno avuto il classico "ben servito" che li isolerà, almeno che non creino altre forze politiche.
Quindi, in conclusione, tutti i 5 stelle hanno un "vincolo di mandato" che la nostra costituzione non permette; quindi «ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato». Questo articolo 67 della Costituzione Italiana afferma che: il libero cittadino in un libero stato può esercitare la funzione amministrativa liberamente e non secondo mandamenti.
La posizione di Di Battista
Il deputato Alessandro Di Battista si mette di traverso molte volte in parlamento, ma poche volte a Beppe Grillo. Infatti, a Servizio Pubblico, nella puntata "poveri ma belli", ha affermato il suo dissenso a chi critica le decisioni di Grillo dicendo: «questi sono altri 5 che non vogliono stare in trincea -la trincea parlamentare, come una guerra mondiale- perché questa è una trincea».