Una regione che continua a sentirsi protagonista. E' una tipica espressione adoperata dai vari governi regionali lucani, tutti di centrosinistra, per esaltare le loro gestioni politico-amministrative. Si riferisce a un presunto fermento che -a loro parere- avrebbe da sempre caratterizzato l'attività del governo regionale lucano. Nel corso di diversi lustri addietro, non è mancata la solita pioggia di milioni di euro provenienti dai fondi europei per promuovere i cosiddetti investimenti dell'esecutivo regionale.
Cospicui quelli destinati in passato ai Beni Culturali, per la difesa e la valorizzazione del patrimonio presente sul territorio.
Interventi che erano destinati anche ai fini della loro fruizione turistica. Doveva rappresentare un importante occasione di sviluppo della occupazione, con la realizzazione di singoli interventi di recupero e risanamento, sia nelle attività di gestione economica che nella realizzazione di servizi connessi alla fruizione turistica del patrimonio.
L'entità delle somme che sarebbero state investite farebbero pensare a grandi opere, salvo constatare che il patrimonio a cui si fa riferimento non può certo dirsi essere stato opportunamente riqualificato. Ed ancora, per le ricadute occupazionali ci si continua ancora a chiedere come mai proprio in questo settore, quello del turismo in Basilicata, non si riesca proprio a creare le condizioni di una vera occupazione, soprattutto nel mondo giovanile.
Risorse tante, comprese quelle economiche, quanto altrettanto crescente è la disoccupazione sul territorio lucano. In crescita vi è anche l'emigrazione dei giovani verso altri lidi, alla ricerca (spesso piuttosto precaria) di una sistemazione. La Basilicata, intanto, continua a bearsi della sua "strategica" progettualità regionale.
E ne pare proprio convinta. Tanto è vero che dal governo regionale si continua a profferire il verbo di regione isola perennemente bella e felice.
Che sia bella di suo la meravigliosa terra lucana non vi è alcun dubbio. Ma di felicità dei suoi abitanti diventa difficile parlare. La Regione continua a programmare, in maniera piuttosto astrusa, proprio sul turismo.
Lo slogan è che "il turismo allargherà l'orizzonte degli interessi lucani e determinerà un cambiamento di direzione per tutta l'economia regionale".
Il concetto non fa una grinza. Ma bisogna anche dare una svolta generazionale ad una "strategia" che finora frutti non né ha dati di certo. Se poi la svolta è affidata all'Apt (Azienda di Promozione Turistica) il dilemma rimane del tutto intatto. Cambia il significato dell'acronimo, ma certamente l'organizzazione, i protagonisti a cui è affidata la gestione, la limitata capacità di sfruttare le risorse a disposizione, di interpretare il territorio per renderlo vero protagonista non cambiano.
I "promotori" del turismo regionale sono sempre gli stessi!
Il carrozzone è sempre lo stesso! Anzi si riesce a crearne degli altri! Affidandosi sempre e solamente ai soliti nomi. Quelli di protagonisti che finora non hanno certo promosso un reale progresso del territorio. Che hanno solo sfruttato incarichi di un certo prestigio senza alcun costrutto. E, allora, se dobbiamo parlare di una Regione protagonista di questo territorio bisognerebbe proprio andarci cauti e consigliare in maniera determinata a questi attuali illustri protagonisti di avere, una volta per tutte, il coraggio di capire i propri limiti. E, magari, finalmente farsi da parte!