"Questa riforma (del Senato) non s'ha da fare, né domani né mai".
L'attacco manzoniano ben s'attaglia alla "novella stagione" delle riforme d'Italia, che prevedono, tra le altre cose la riforma del Senato. Le rinnovate polemiche tra il Presidente del Senato, Grasso, e il Presidente del Consiglio, Renzi, il quale avrebbe parlato di una sostanziale "falsità" delle dichiarazioni dei tecnici del servizio bilancio di palazzo Madama, sembrerebbero allontanare di molto la possibilità di individuare, almeno a breve, intese tali da soddisfare le opposte linee di pensiero, che prevedrebbero, negli intendimenti del Presidente del Consiglio, di fare del Senato una "Camera di secondo livello".
Tuttavia, gli italiani non devono disperare, perché, nonostante le apparenze, secondo una fonte assolutamente fededegna (che titola "E' possibile una riforma istituzionale?"), ci sarebbero al contrario ottime possibilità che le riforme istituzionali vadano, finalmente, in porto.
Cito testualmente, perché non ci siano fraintendimenti di sorta:
"In conclusione, in tema di riforme istituzionali, due dati sembrano acquisiti. In primo luogo tutti i partiti vogliono che il nostro sistema istituzionale venga riformato. Questo è un fatto importante, perché fino a qualche tempo addietro questa comune volontà di riforma non c'era o era troppo debole per condurre a sbocchi operativi, anche se non sarebbe esatto affermare che finora in questo campo non si sia fatto nulla […] Ci si può, però, chiedere se la volontà di fare riforme più incisive sia sincera".
Insieme alla nostra autorevolissima fonte ce lo chiediamo anche noi, semplicemente perché le parole poc'anzi citate non sono state vergate oggi, bensì, udite, udite, su "La Civiltà Cattolica" del 15 giugno 1991 (p. 602).
"Questa riforma (del Senato) non s'ha da fare, né domani né mai". Chi è che ha detto che Manzoni non è più attuale?