In un articolo dal titolo "Rivalutiamo il gioco", sottolineavo la necessità dell'essere umano di giocare, a prescindere dalla sua età.

Nella nostra società invece l'adulto non può giocare. E' ridicolo che pensi al gioco (anche se poi tale bisogno lo potrà manifestare in altri modi: e non sempre in maniera positiva...). L 'adulto nella nostra società deve assolutamente differenziarsi dai bambini (così come deve assolutamente differenziarsi dalla natura e dagli animali).

Noi abbiamo costruito dei compartimenti-stagno molto rigidi e quindi molto innaturali.



Certo, ogni età ha esigenze diverse, ha modi di fare e di pensare propri, ma non sempre ciò che la società e la cultura del tempo stabiliscono corrisponde a quello che veramente siamo e necessitiamo.

I popoli primitivi non hanno questi complessi e anche gli adulti continuano a giocare insegnando ai bambini come fare, così come, sentendosi totalmente inseriti nella natura, esprimono un rispetto per essa e per gli animali molto più profondo del nostro.

Loro non hanno costruito le barriere invalicabili che noi abbiamo eretto e pertanto io credo che (pur non trasformandoci in primitivi) potremo imparare da loro molte cose.

Il gioco allora fa parte della nostra vita e, ancora di più, fa parte della vita dei bambini e dei nostri ragazzi.

Certo, non possiamo loro offrire dei giochi troppo puerili, ma ne esistono moltissimi che possono andare bene anche per loro (oltre ai giochi sportivi e musicali, giochi di animazione, di ruoli, ecc.).

Il gioco è una cosa seria (infatti bisogna osservare certe regole, bisogna tener conto dell'altro, bisogna osservare con scrupolosità il proprio ruolo…), ma è nello stesso tempo puro divertimento, che favorisce in maniera più spontanea l'acquisizione di concetti e di norme di vita comunitaria.



Il gioco coinvolge tutta la persona e la fa sentire più vicina agli altri.

Bisognerebbe però attenzionare alcune piccole regole e usare una giusta metodologia affinché le potenzialità del gioco vengano espresse nel migliore dei modi. E, per spiegare questo, vi dò appuntamento ad un successivo articolo, che scriverò al più presto.