Capire l'Isis non è facile per nessuno, soprattutto per noi occidentali, abituati a percepire e interpretare ciò che arriva dal Medio Oriente solo attraverso filtri e preconcetti, se non veri e propri pregiudizi, serviti all'ora dei pasti ( noi che il cibo lo buttiamo … ) dai vari telegiornali. Oppure, da quanto appare in rete dove, come sempre, fa molto più notizia una testa tagliata e filmata che non, per esempio, lo scavo di un pozzo d'acqua in uno sperduto villaggio, al limite del deserto. Primo punto da mettere in chiaro: l'Isis non è l'Islam, così come non lo era Al Qaeda.

Da quest'organizzazione terroristica però deriva, potremmo dire ne è una costola o, visto ciò che fa, il braccio più feroce. Secondo, da non sottovalutare, è ben salda su un territorio che comprende un terzo dell'Iraq e una parte della Siria, dove combatte una guerra civile non solo contro il governo di Bashar al Assad ma anche contro i ribelli più moderati che da tempo si oppongono allo stesso Assad. Dobbiamo già fermarci, perché l'Iraq è un paese a maggioranza sciita, mentre Isis, che definisce se stesso "Stato Islamico dell'Iraq e del Levante", è sunnita.

Chi sono gli sciiti e i sunniti ?

In rete troviamo che il Sunnismo ha origine dalla parola araba "sunna" che significa "consuetudine", riferita al profeta Maometto e ai suoi compagni.

E' per l'elezione della "guida" della comunità islamica, trovata in seno ad una ristretta cerchia. Questa guida una volta era il califfo, mentre oggi potrebbe essere il segretario generale dell'Organizzazione della Conferenza Islamica. Accostiamo quindi la parola "elezione" , per facilità di discorso, ai sunniti. Gli sciiti sostengono invece che la guida di cui detto sopra spetti alla discendenza del Profeta Maometto attraverso sua figlia Fāṭima bt.

Muhammad e suo cugino ʿAlī ibn Abī Ṭālib. In questo caso, sempre per lo stesso motivo (esistono di sicuro autorevolissimi studi di eminenti studiosi e teologi in merito, ai quali il modestissimo scrivente porta il massimo rispetto possibile, ma in quest'ambito, coi nostri limiti, cerchiamo solo di cominciare a capire ) accostiamo agli sciiti la parola "discendenza".

Ora, attenzione, perché è indispensabile fare un salto nella storia, tenendo presente che anche noi cosiddetti cristiani abbiamo le nostre brave frammentazioni (cattolici e protestanti, solo per citare la più conosciuta) e non abbiamo ancora smesso di ammazzarci l'uno con l'altro, vedi Crimea, ma si potrebbero citare molti altri esempi. La storia, si diceva: "shi'a" significa in arabo "partito, fazione" ed in questo caso è implicito "di 'Ali e dei suoi discendenti. Purtroppo questa "fazione", che ai giorni nostri rappresenta la minoranza del mondo islamico, ha origine da un omicidio - sì, avete letto benissimo , omicidio - politico e religioso. Keep calm! Anche la "nostra" storia ne è costellata, quindi non abbiamo il diritto di puntare il dito proprio contro nessuno.

In breve, il dualismo tra elezione o discendenza non è mai stata risolta, producendo anzi moltissimi e seri problemi teologici affrontati e studiati ancora oggi. Dove ci porta tutto ciò? Al fatto che l'esistenza stessa dell'Isis ha radici antiche, del tutto interne all'Islam e piuttosto sfuggenti per noi.

Perché i terroristi, estremisti che ne fanno parte non sono solo sunniti ma fanatici che vogliono imporre la shaaria, la legge islamica più rigida, a tutti i territori da loro conquistati. Alcuni analisti pensano che nelle mire di al-Baghdadi ci siano Siria, Giordania, Palestina, Libano, Israele e Cipro e, in un secondo tempo, il Nord Africa. Tutto ciò facendo naturalmente una guerra senza esclusione di colpi all'odiatissimo occidente, inorridito dalle decapitazioni trasmesse via web, dalla ferocia delle azioni e dalle immancabili minacce di attentati ovunque. Ci sono 30-40 nazioni contro qualcosa di non ancora ben chiaro che però si autodefinisce "stato". Nessuno, però, la chiama ancora, ufficialmente "Terza guerra mondiale".