Si torna a parlare sottovoce dei ritardi dei pagamenti delle amministrazioni pubbliche alle imprese che, malgrado tutte le promesse e le buone disposizioni, continuano a far soffrire tante piccole e medie aziende, mentre tutto il sistema pubblico infierisce sulle stesse in caso di mancato versamento di tasse, imposte, contributi e quant'altro. E le stesse associazioni di rappresentanza non riescono a darsi il coraggio di denunciare il malcostume e di proporre le soluzioni più adeguate! Anzi la soluzione finale che, malgrado l'eco funesta, potrebbe e dovrebbe essere applicata in una logica di civiltà giuridica, affondando le sue radici nella formula millenaria: inadimplenti non est adimplendum.

Ovvero non si può e non si deve essere costretti ad adempire (pagare) nei confronti di chi non adempie (paga). La soluzione finale per la illegalità dello Stato è la compensazione! In altri termini se il sistema pubblico non paga l'impresa, l'impresa non pagherà il sistema pubblico fino a concorrenza del suo credito. Tuttavia, a parte il privilegio che non consente l'applicazione di questa semplice regola nei confronti del sistema pubblico, salvo rare eccezioni di difficile applicazione, anche secondo il diritto civile la compensazione può essere opposta soltanto se il credito è certo, liquido, esigibile, la qual cosa spesso non si ravvisa facilmente nei crediti delle imprese.

Ebbene, oltre a disporre la rimozione di tale indegno privilegio, andrebbe chiarito che le imprese possono non pagare alcunché al sistema pubblico se vantano un credito per lavori o forniture effettuati, lasciando alla Pubblica Amministrazione il compito di verificare successivamente se la pretesa era corretta.

Lo Stato, a cui la società affida il compito di tutelare la civile convivenza, non deve essere inadempiente alle leggi e alle regole della convivenza civile. Lo Stato deve tutelare il cittadino sempre, sia che lavori alle dipendenze di altri, sia che intraprenda in proprio, rischiando in un mercato in cui lo Stato può essere arbitro, non giocatore scorretto.