Andreas Guenter Lubitz era un ragazzo come tanti. Sportivo e sognatore. Desiderava fare il pilota, sogno di una vita. Ormai stiamo assaporando una verità con il gusto amaro della follia, dell'imponderabile. Sappiamo tutto di cabine blindate e di meccanismi di accesso. Il comandante dell'Airbus 320 della Germanwings, collega di Andreas, non è riuscito a riprendere i comandi perché il copilota lo ha impedito.

Il male oscuro

Ma non conosciamo nulla del "male oscuro", come veniva chiamata nell'antichità la depressione. Malattia che da anni tormentava Andreas.

Perché è vero che ci sono 150 vittime innocenti ma il giovane pilota era già morto. La solitudine è l'unica compagna di chi sa che non può chiedere aiuto. Eppure Lubitz viveva in un ameno paesino della Renania, con paesaggi da cartolina, non in un palazzone popolare dove non conosci nemmeno il vicino. Uno di quei paesini però che, quando parli di depressione ti guardano strano. Perché sei un matto, sei picchiatello. Perchè se confessi che stai scendendo nel baratro, ti chiudono in un ospedale psichiatrico- sì, succede ancora questo- . Perché non puoi fare il pilota e quando la tua mente è lucida- le fasi critiche e gli istinti suicidi, non durano 365 giorni l'anno- e magari stai seguendo una terapia con gli psicofarmaci, non puoi rinunciare a quel sogno.

Come tutte le persone normali.

Un ragazzo normale

Andreas Lubitz era un ragazzo normale. Così lo descrivono i suoi compaesani. Già ma chissà cosa significa normalità per gli abitanti di Montabaur. Soprattutto cosa significa normalità per la Germanwings, recentemente nominata tra le prime migliori cinque compagnie aeree low cost del mondo.

Conosco il male oscuro, perché ha colpito la mia famiglia in più occasioni, ed una cosa è certa: non è vero che sia impossibile avvertirne i segnali. Spesso chi è vicino a persone depresse, scambia questa sindrome come semplice indolenza, pigrizia. Essere un po' giù. Certamente, chi non ha conoscenze mediche tende a sottovalutarla o a demonizzarla.

Qualunque buon psichiatra o psicologo, non avrebbe difficoltà a diagnosticarla. Perché il depresso non mente. Il suo modo di chiedere aiuto è diverso a seconda del soggetto.

Le Responsabilità di Germanwings

Troppo frettolosamente i vertici della compagnia aerea hanno liquidato le loro responsabilità, dichiarando che Andreas Lubitz aveva sempre nascosto la propria condizione. Se fossero stati eseguiti accurati test psico attidunali, la sindrome maniaco-depressiva sarebbe venuta a galla. La Germanwings ha dichiarato che il copilota, era assolutamente idoneo al volo. Eppure aveva maturato solo 630 ore di volo. Poche, troppo poche anche per un giovane pilota, affermano all'unisono i colleghi europei.

Del resto lo stesso comandante dell'Airbus 320, il collega che ha disperatamente cercato di abbattere la porta della cabina, aveva maturato poco più di 6mila ore in dieci anni.

Se pensiamo che la media, per un discreto pilota, è di 900 ore l'anno, anche in questo caso i conti non tornano. Sì, Andreas ha trascinato nel buio delle sue ossessioni, 150 anime. Non so se chi gli stava accanto, abbia mai pensato che quando non si alzava dal letto non era per prigrizia. Però so che ormai viaggiare in aereo, è alla portata di tutti. Grazie alle compagnie come la Germanwings. Bisogna offrire prezzi sempre più competitivi. Quello che deisidererei sapere è se nel prezzo del biglietto, fosse compresa la vita di Andreas e delle sue vittime.