Termina alla Camera la discussione degli emendamenti presentati sul Ddl Scuola per passare adesso in Senato dove si annuncia un esito molto combattuto per l'esiguità dei numeri. Su Il Fatto Quotidiano si apre con l'evento del giorno per il quale viene rinviata la decisione sulla destinazione del 5 per mille alle scuole ad altra data. Per le opposizioni si sarebbe trattato in definitiva di un ulteriore taglio alle risorse destinate alla scuola. La minoranza dem per una volta si è schierata coi cinque stelle che rivendicano il merito di questa vittoria delle opposizioni.

Intervistato ai microfoni di Skytg24 Fassina annuncia battaglia in Senato sul Ddl scuola per ottenerne o il totale ritiro o profonde modifiche a un testo giudicato anti democratico.

Di Battista e il rischio corruzione

Alla trasmissione Di Martedì condotta da Floris su La7, il deputato pentastellato Di Battista spiega le posizioni del M5S sull'articolo che consente ai presidi di chiamare direttamente i docenti. Riferendosi ai numerosi scandali ogni giorno denunciati dai media, mette in guardia dal rischio di pressioni che i presidi potrebbero ricevere per assumere quel determinato candidato al posto di qualcun altro. Il passaggio sul presidente della VII Commissione Cultura riscuote il collettivo e sonoro applauso del pubblico presente in studio.

Ricorda inoltre l'importanza della mobilitazione e della coesione dell'opinione pubblica per esercitare la giusta pressione sugli organi di governo come contributo a cambiare la riforma al Senato dove i numeri sono diversi rispetto alla Camera. Nella sostanza esprime e riassume le convinzioni di chi nutre il timore di chi teme che la riforma scolastica sia pilotata dalle lobby.

La chiamata diretta è anticostituzionale

Troppo potere all'interno delle mani del dirigente scolastico introduce un pericolo di contaminazione nelle scelte e minaccia un ricatto sempre dietro l'angolo a scapito di persone veramente meritevoli proseguendo lungo la strada di quella discriminazione che vogliamo contrastare in ogni sede. Questa la convinzione di Di Battista che chiosa dicendo che la chiamata diretta dei presidi appare incostituzionale come già avvenuto in Lombardia nel 2012.