La Corte costituzionale si è pronunciata sul blocco della contrattazione collettiva degli statali, definendolo illegale. La sentenza relativa non ha effetti retroattivi, avendo la Corte valutato l'impatto economico di una simile decisione sul bilancio statale. Da stime approssimative, il pagamento degli arretrati agli statali comporterebbe un onere intorno a 35 miliardi, per questo motivo la Corte si è limitata a rimuovere solo il divieto di contrattazione per la stipula dei contratti.

La parola alla politica

Ricordando che, insieme al debito pubblico e la burocrazia, la pubblica amministrazione rappresenta uno dei temi più importanti da risolvere, a questo punto tutto passa nelle mani della politica, che in queste ore sta valutando cosa fare.

Per il passato va tutto bene, ma per il futuro urge una decisione chiara in merito. Di recente, il Governo ha emesso un provvedimento col quale razionalizzava gli spazi per addetto nella pubblica amministrazione e chiedeva uno sconto del 50% sugli importi degli affitti pubblici, iniziativa che è stata molto apprezzata dalla cittadinanza. Ora "spending review" alla mano, è il momento giusto per riorganizzare il servizio pubblico, valutando anche l'apporto determinante dell'informatica, per un migliore svolgimento del servizio. I sindacati hanno già chiesto al governo di essere convocati per trattare sull'argomento. dall'ultimo blocco del 2014, fatto dall'attuale governo, i sindacati avevano stimato una perdita di circa 4880 euro per addetto, di cui 600 per l'anno 2015.

Il blocco di stipendi di oltre 5 anni ha comportato, secondo stime sempre approssimative, una perdita di circa il 9,6% dello stipendio.

Decisioni chiare

Inutile girare intorno all'argomento, e alla larga dalla demagogia, se vogliamo una Italia che vada avanti, recuperando gradualmente i guai del passato, abbiamo tre scelte importanti da fare.

La prima è quella di fare un'analisi seria della situazione della pubblica amministrazione, individuando quelle sacche di assistenza che si annidano all'interno della stessa, a cominciare dai Comuni, eliminando sprechi ed altro. La seconda è quella di assegnare a ciascuno il proprio ruolo, tenendo conto delle tecnologie in essere e con una forte riduzione della burocrazia che sta bloccando tutto e tutti.

La terza ed ultima scelta, non per ordine di importanza, è quella di avere il coraggio di adeguare lo stipendio al personale che porterà avanti, la nuova amministrazione, con criteri di efficienza ed onestà.