Matteo Renzi, durante la sua visita a Torino, non rinuncia a iniettare nelle sue dichiarazioni una dose di ottimismo. Il premier ci tiene a sottolineare come l'Italia si stia riprendendo, ed esalta l'operato del sindaco Fassino. Sembra quasi che Renzi voglia in qualche modo prendere le distanze dalle varie difficoltà che il suo partito sta affrontando in questo periodo.
Le parole di Renzi
"L'Italia non è più il malato d'Europa, ma è parte della soluzione dei problemi". Questa dichiarazione è il nocciolo del pensiero di Renzi. Il premier tende ad esaltare il ruolo dell'Italia in ambito internazionale.
Ma è davvero così o il nostro primo ministro pecca di eccessivo ottimismo? Prendiamo ad esempio il recente evento che riguarda l'immigrazione, con alcuni migranti che protestavano sugli scogli di Ventimiglia e la Francia che chiudeva le frontiere. In quel caso il nostro Paese è stato costretto a subire le decisioni di altri. È una critica che viene fatta a tutti i governi, di ogni colore, quella di non avere peso internazionale. E dalle ultime vicende non sembra proprio che Renzi sia riuscito ad ottenere un'inversione di tendenza in ambito Europeo. Certo, è ben nota la tendenza del premier all'ottimismo, qualità per la quale è stato esaltato e probabilmente da molti anche votato alle primarie.
È noto anche il suo atteggiamento di rottamazione verso i "gufi" e i "rosiconi". Ma forse il premier vuole fare da contrappeso a queste qualità con un difetto: la mancanza di coerenza e di realismo. Che il premier stia già preparando il terreno per un campagna elettorale?
I guai del governo
Renzi ha sempre dichiarato che il suo governo arriverà senza problemi al 2018.
Ma anche questa dichiarazione sembra azzardata. Oltre ai guai riguardanti Roma, che sono grossi e importanti ma che il premier può liquidare come distanti dalla sua persona, forse il problema più grosso con cui il premier-segretario deve fare i conti è la riforma della scuola. Inizialmente aveva deciso di trattare la situazione con i guanti bianchi, forse nella speranza che la luna di miele con gli elettori ancora avesse qualche strascico.
Ultimamente invece Renzi sta forzando la mano: ancora ieri ha ribadito che se non verrà approvata la riforma salteranno le 100mila assunzioni promesse dal governo, scatenando ancora di più le ire degli insegnanti.
Il consenso di Renzi rischia quindi di subire una scrematura, e, soprattutto, la minoranza del Pd potrebbe utilizzare la situazione a suo vantaggio per cercare di spodestare il premier. E se fosse proprio quello che Renzi vuole? Se Renzi decidesse che non vale più la pena lottare in continuazione con un'ala del suo partito che lui giudica vecchia ed obsoleta, e che per lui sarebbe molto meglio avere un partito collocato più al centro, che magari si allei al partito di Alfano? Detta così sembra fantapolitica, ma se ci si pensa bene potrebbe sembrare fantapolitica anche che uno come Renzi sia il leader del maggior partito di centrosinistra e che sia nello stesso partito con coloro che si commuovono cantando "bandiera rossa" se non fosse che è quello che abbiamo visto accadere.