Un tuffo in mare può diventare una tragedia, una giornata di vacanza al mare può trasformarsi in un lutto. Ogni anno centinaia di bagnanti rimangono vittime di incidenti a causa dei natanti che non rispettano il Codice della Navigazione e s'inoltrano a motore acceso verso la battigia, contravvenendo al limite dei 300 metri previsti dal C.d.N.
Ragazzi, adulti e sub rimangono feriti e mutilati ogni estate. Purtroppo alcuni ci rimettono anche la vita. Un momento di felicità e di allegria estiva tra le onde del mare può trasformarsi in una tragedia.
L'ennesima disgrazia è avvenuta ieri a Pula, sulla costa sud-occidentale della Sardegna. Una bambina di otto anni è finita tra le eliche di un moto-yacht, morendo pochi istanti dopo sulla spiaggia.
Troppi natanti non rispettano le regole
La Guardia Costiera fa quello che può, il più delle volte interviene dietro segnalazione al "1530" di qualche bagnante, ma, purtroppo, spesso arrivano tardi. Irrispettosi delle regole sono nella maggior parte dei casi i conducenti dei motoscafi e delle moto d'acqua, utilizzate soltanto nella stagione estiva che non sono poche. A volte in mare si contano più natanti a motore che persone a fare il bagno. La paura di poter essere vittime di questi galleggianti motorizzati scoraggia le persone dal tuffasi in acqua.
Troppi natanti non rispettano le regole, credendo di poter scorrazzare nell'acqua come meglio credono, violando le principali regole della navigazione senza mai pensare al peggio. Il mancato rispetto della distanza di "sicurezza balneare" che ogni anno è rinnovata dalle Capitanerie di Porto, è la principale causa di incidenti in mare anche mortali sia nella stagione estiva, sia durante il resto dell'anno, e a rimetterci la vita nella maggior parte dei casi sono i sub, maciullati dalle eliche, durante le risalite, pur avendo regolarmente posto il segnale (boa) rosso e bianco che ne indica la presenza.
Un solo Articolo per coprire l'elica con una griglia
Basterebbe l'introduzione nel Codice della Navigazione di un solo articolo che obblighi i possessori di natanti da diporto che navigano entro le dodici miglia di proteggere con una griglia l'elica dell'imbarcazione. Alcune imbarcazioni sono munite della protezione, per il solo motivo che il proprietario del natante agisce per coscienza e prevenzione volontaria.
Ovviamente non tutti lo fanno e per tale motivo è necessario l'intervento del Governo.
Visto il grande numero di natanti che sono varati ogni estate e i molteplici casi di vittime dell'elica (decine di morti e centinaia tra feriti e mutilati ogni anno), sarebbe opportuno che si intervenisse con urgenza per obbligare i proprietari delle imbarcazioni a montare la griglia di protezione alle eliche. Anche se il sistema fa perdere qualche cavallo di potenza al natante, ne vale proprio la pena.