Hanno sparato su un treno francese. Mica un elicottero spargi-petali. No, signori: l'attentato sul convoglio d'oltralpe è ben altra storia e allora il premier Belga dice che bisogna rivedere Schengen e oggi Hollande "agguanta" Angela Merkel per un vis-a-vis sulla sicurezza.

Se ci mettiamo a pensare, scrivere e parlare della (inesistente) Europa Unita non ne usciamo più. Il discorso può essere semplificato sottolineando l'ennesimo fallimento del mai politicamente unito Vecchio Continente. Esiste l'Europa dei popoli? Esiste politicamente? Esiste un esercito?

La risposta è sempre e comunque "no".

Creare una moneta unica senza nessun presupposto politico, senza alcuna reale coesione tra i vari Stati, in totale assenza di un vero organo di governo, dato che il Parlamento di Bruxelles potrebbe tranquillamente essere spuntato da una favola dei fratelli Grimm, non poteva e non può essere altro che una maschera per il predominio di un solo Paese, con un altro che lo segue a ruota ma comunque da subordinato, camuffato da presunta democrazia. La "guida teutonica" ha però fatto i conti senza diversi osti, ed oggi in qualche modo sente la relativa instabilità di quella poltrona che aveva tutta l'aria di un trono.

Emergenza migranti: Unione Europea studia soluzioni

Era solo questione di tempo: la vicenda che fa barcollare la UE è il flusso di migrantifuori controllo, grazie anche alla nobile firma del famigerato Stato Islamico, quell'ISIS riguardo il quale, a voler pensar male, circa le origini e lo "sponsor", si indovina.

Europa dunque senza identità, governo né strategie e alzi la mano chi può dimostrare il contrario.

Si tratta semplicemente di un "insieme" creato e gestito sappiamo bene da chi e perché. Naturalmente l'Italia è degna rappresentante di questo caos ed è una delle prede più appetibili proprio perché la politica, figlia del popolo, da troppo tempo non è in grado di esprimere autorevolezza, capacità decisionale e soprattutto uomini di un certo livello per capacità, preparazione ed etica.

Oggi ci domandiamo se finiremo per essere "la nuova Grecia" ma il punto non è questo: non dobbiamo pensare agli altri ma a noi stessi, abbiamo bisogno di fare ordine, tagliare gli sprechi, lavorare in modo più preciso e senza perdere tempo, smettere di fare in dodici mesi cose che richiederebbero poche settimane e soprattutto difendere tutto ciò che è nostro, mettere a frutto le nostre doti e magari, finalmente, creare un tessuto economico e produttivo ben concertato ed un minimo armonioso, nel quale ogni comparto sia in grado di stimolare, spingere e valorizzare gli altri in una sorta di vortice causa-effetto.

Purtroppo l'impresa non sarà semplice: ci scontriamo con un buonismo diffuso come poche altre cose, con un'indolenza ed una pigrizia, soprattutto mentale, con pochi pari al mondo e con un grosso moto di opinione e posizione che spinge perché si vada a cedere quel poco che è rimasto della nostra sovranità nazionale, lasciando fare tutto ai signori tedeschi, ben capeggiato dall'oramai secolare Fondatore di Repubblica, al secolo Eugenio Scalfari, che con i suoi pentachilometrici editoriali è un vero e proprio martello pneumatico nonostante l'età.

Il pasticcio dell'immigrazione è colossale: vi sono tra loro profughi veri, ma in minima percentuale, clandestini "innocui" e veri e propri terroristi. Queste categorie non sono in alcun modo distinguibili e riconoscibili. Il guaio non è di poco conto, soprattutto in un Paese come il nostro che vuole farsi bello nell'accogliere ma che non controlla lo straccio di un documento di identità, salvo permettere ad un elicottero di arrivare lì dove mai dovrebbe. Attenzione, erano solo petali e per questa volta ci è andata bene.

In realtà, l'Italia è drammaticamente autoreferenziale, pervasa da campanilismi anacronistici ed infinito egoismo, e per questo incapace di essere vera Nazione.Se saremo capaci noi tutti di cambiare, naturalmente in meglio, cambierà anche la politica. Un giorno, forse.