Quando si afferma che il Movimento 5 Stelle ha un progetto politico molto scarno, ma una strategia vincente, si coglie nel segno. E’ diventata una notizia di attualità political'eliminazione dal simbolo del movimento del nome del suo fondatore: Beppe Grillo. Anche se nulla è cambiato in sostanza, perché il leader continua ad essere lo stesso, il nuovo simbolo, scelto dalla maggioranza degli iscritti, rappresenta una ventata di novità. E’ un gesto che marca la differenza con gli altri partiti, anche se assume il sapore di quelle cose, che si possono solo dire, ma non si possono realizzare.

La collaborazione alla base del successo

Altro punto, sempre da non potersi realizzare in politica, è il fatto di fare tutto da solo, senza apparentamenti. Sono atteggiamenti che servono solo a captare il consenso popolare. Il principale argomento del programma del movimento è basato sul reddito di cittadinanza, presente in tutte le altre formazioni politiche, anche se in modo diverso. Altro capitolo, invece, è quello del PD. E’ una storia che viene da lontano, e rappresenta la sintesi di due concessioni antitetiche, che per decenni si sono scontrate e confrontate, ma insieme hanno consentito progresso, sviluppo e benessere, ed hanno portato l’Italia tra i primi paesi al mondo. Poiché la finalità di quegli scontri, avevano un obiettivo comune, non per caso, ma per meta, quelle due concezioni si sono ritrovate insieme nel PD.

Nuova strategia per rilanciare il Partito

Con le ultime elezioni politiche, essendo segretario del partito Pier Luigi Bersani, il PD ha avuto un successo, che ha consentito all’attuale Governo, di poter governare. Soprattutto è stato dimostrato che, quando si opera insieme, si va molto lontano. Le due anime del partito sono riapparse, ma non hanno saputo sfruttare tutta la potenzialità all'interno dello stesso.

C’è chi ha creduto di poter fare tutto da solo, come ora pensa Grillo di fare col suo movimento, ignorando una parte importante del partito. Sarebbe ingiusto ora dire che l’attuale Governo ed in particolare il Premier Matteo Renzi, non abbia fatto niente. Bisogna riconoscere che lo stesso ha portato avanti le riforme, e tante altre iniziative, con la collaborazione di tutto il partito, che hanno consentito all’Italia di imboccare la strada della ripresa.

C’è ancora tanto da fare, ma la prima cosa più urgente è quella di utilizzare le risorse presenti nel partito, lasciate in disparte, in un momento in cui abbiamo bisogno di uomini e donne motivati e capaci. Siamo al punto giusto, per dare una svolta alle cose, e a pensare che da soli, non si va da nessuna parte, lo dice il campanello: si va nel pantano.