Sembra che oggi non si possa prescindere dalla narrazione di eventi verosimilmente accaduti, in questo senso il film di Stefano Sollima "Suburra" assurge a caso paradigmatico, il pubblico è contento, esorcizza le proprie paure, attraverso uno strano meccanismo psicologico si sente migliore di ciò che vede la vita a ritmo di musica da vedere in coppia. Qui nasce il problema, perché gli attori sono bravi, le vicende interessanti, la trattazione, però, risente troppo del dominio delle serie “stile americano”. Con un peccato originale imperdonabile, il rischio perverso di accontentarsi di essere dei mediocri epigoni e non dei protagonisti.

Suburra, caso paradigmatico

Il film sembra scritto per la TV, la domanda filosofica che ti preme la mente mentre lo guardi è sempre la stessa, perché devo uscire di casa, affrontare il traffico, pagare un biglietto, fare la fila, quando mi basta premere un bottone? Piove sempre nel film, tutto è scuro, una metafora semplicistica del mondo che stiamo calpestando, i tanti Carminati che sporcano le nostre strade, vengono descritti in modo troppo macchiettistico e pletorico e un film che poteva essere grande si arricchisce solo di flebili coccole per l’ego, siamo lontani dalla Grande Bellezza, qui la miseria esistenziale e malinconica di Sorrentino si trasforma in uno scontro tra potere religioso, politico e criminale, tutto sembra perduto, la città appare mefitica, violenta, dannatamente corrotta.

Manca sempre però la scintilla in grado di trasformare un semplice dialogo in una storia, Il finale poi è da libro cuore in chiave 2.0, i cattivi vengono eliminati non dai rivali ma da chi nel film interpretava un ruolo secondario, subalterno. La parabola quindi è che il bene vince sempre, in questo caso però il vero sconfitto è il Cinema di qualità.

Il regista è dotato di grande talento, ma dopo il grande successo delle serie “Romanzo Criminale “e “ Gomorra” ci aspettavamo di più, per ogni artista uscire dai propri stereotipi è sempre difficile, in questo caso purtroppo siamo al copia e incolla, un grande avvenire dietro le spalle direbbe Vittorio Gassman, riprova sarai più fortunato.