A San Bernardino, California, il mondo ha versato 14 lacrime, una strage resa ancora più efferata dal macabro luogo scelto, un centro per disabili. Come dopo ogni strage ci si interroga sgomenti sul perché? Le risposte purtroppo sono solo inutili sbadigli di ragione, perché una coppia di neanche trentenni pianifica un'azione del genere? perché? perché?

Quando non si hanno spiegazioni parte il compassato tour dei tanti forse e dei molti vorrei, la risposta più semplice, quella più immediata si cristallizza nel possesso delle armi. Il Guardian ha pubblicato uno studio che compara il numero di armi in possesso dei cittadini dei Paesi del mondo e il numero di omicidi commessi con le armi da fuoco nello stesso Paese.

I risultati ovviamente non sono sorprendenti, in testa ci sono gli Stati Uniti con il tasso di possesso pro capite più alto al mondo, quasi 90 armi ogni 100 cittadini, il tasso di omicidi commessi con armi da fuoco è invece di 2,97 ogni 100 mila abitanti, il ventottesimo posto in classifica.

La medaglia d'oro di questa orribile classifica spetta a Puerto Rico, 94,8% sul totale degli omicidi, al secondo posto Sierra Leone, poi Saint Kitts and Nevis nei Caraibi. Altro caso paradigmatico è quello della civilissima Svizzera, su 8 milioni di abitanti ci sono 2 milioni di armi da fuoco, la spiegazione delle stragi con il possesso di armi rischia di presentarsi come una pallottola spuntata.

Quindi, la buttiamo sulla letteratura?

Quanti Raskol'nikov esistono? quanti credono di possedere un libero arbitrio così forte da travalicare il bene comune? Si potrebbe recuperare Camus, Meursault effettivamente non prova alcun rimorso per il delitto commesso. La verità, tragica e spietata, è che non abbiamo risposte plausibili, assistiamo inermi al susseguirsi di stragi e non sappiamo perché?

L'unica certezza è che non c'è nulla di più cruento di non avere risposte, la vera paralisi emotiva avviene quando tranne lo stupore e il lacerante dolore non non siamo in grado di agire. Questa è la più grande forma di dittatura perché non ci sono eserciti da mettere in campo, non ci resta che fermarci un minuto e sperare che il tempo abbia un potere salvifico.