Condanna ingiusta per il tabaccaio che, nella notte tra il 25 ed il 26 aprile 2012, uccise con un colpo di fucile il ragazzo moldavo che sfondò, con la macchina, la vetrina della sua tabaccheria per rubargli le sigarette. Il giudice di Padova, Beatrice Bergamasco, ha condannato Franco Birolo a due anni e otto mesi di reclusione e a un maxi risarcimento di 325.000 euro alla madre e alla sorella del ladro. La seguente pena è stata inflitta perché l'imputato è stato condannato per ' eccesso di legittima difesa'. Una sentenza che sta creando non poche polemiche, a tal punto che al magistrato è stata affidata una scorta perché ha subito delle gravi minacce.

Per i concittadini, ma anche per larga parte dell'opinione pubblica, è sembrata una pena eccessiva, specie il risarcimento danni, così elevato, ha il sapore di una terribile beffa. Franco Birolo, forse, ha commesso l'imprudenza di agire sull'impeto del momento e di non essere riuscito a tenere la situazione sotto controllo: magari avrebbe potuto semplicemente ferirlo il ladro.

Eccesso di legittima difesa

Ormai è chiaro che l'art. 52 del Codice penale, non funziona più nel suo impianto, come del resto non funziona la maggior parte delle norme giuridiche italiane, troppo complesse nella loro articolazione linguistica che lasciano, puntualmente, largo spazio all'interpretazione. Le norme dovrebbero essere applicate, non interpretate.

Detto ciò, in materia di legittima difesa, si dovrebbe stabilire un principio semplice, unico e universale: se un estraneo, con evidenti intenzioni criminali, entra in una proprietà privata, è giusto difendersi con qualsiasi mezzo. Se il ragazzo moldavo non fosse entrato nella tabaccheria quella notte, Franco Birolo non si sarebbe sentito minacciato e non avrebbe sparato.

A ogni azione corrisponde naturalmente una reazione: nel caso specifico, la reazione è stata, forse, eccessiva, ma bisogna mettersi nei panni di un padre e un marito che, trovandosi di fronte a due ladri, ha avuto paura per la sua famiglia. Un padre e un marito, Franco Birolo, che ha scelto di difendere la sua famiglia e la sua tabaccheria, addirittura sparando, senza preoccuparsi delle conseguenze.

Il messaggio che sta passando, con una sentenza del genere, è di sostanziale impunità: se un criminale si introduce in casa e tu ti difendi, devi stare attento perché poi rischi di dovergli risarcire i danni. Da condannare con forza, in tutta questa vicenda, anche le minacce al giudice, Beatrice Bergamasco: le sentenze possono essere discusse animatamente, ma è davvero un atto ignobile e criminale minacciare chi le ha formulate.