La notizia di oggi è senza ombra di dubbio quelladell'esonero di Sinisa Mihajlovic, che ha concluso il suo periodo di militanza rossonera dopo nemmeno un anno. Al suo posto è stato assuntoCristian Brocchi, ormai ex tecnico della Primavera del Milan.
Addio Mihajlovic, uomo vero in un calcio ormai privo diriconoscenza
Di Mihajlovicsi potrebbe dire qualcosa dal punto di vista tecnico, anche se l'allenatore serbo, sotto questo aspetto, ha diverse attenuanti. Invece nulla si può dire sulla sua condotta di squadra, che si è basata sempre sul rispetto degli altri e la meritocrazia, valori che il "Diavolo"aveva ormai smarrito.
Il Milan, oggi, non ha perso solo un allenatore, ma un uomo vero, una persona tutt'altro che falsa che ha avuto il merito di tenere unito uno spogliatoioormai alla deriva. Fin dal primo giorno, il "sergente di ferro" ha messo in chiaro leregole ed è "morto" insieme ad esse, non facendosi mai mettere i piedi in testa da una società che ormai da qualche anno non azzecca più una scelta e, soprattutto, non ha riconoscenzaverso chi, dopo anni di buio, ha portato il Milan a giocarsi una finale di Coppa Italia, oro colato in questo momento.
Durante il suo periodo al Milan, Mihajlovic ha rigenerato calciatori che sembravano persicome Niang e Honda e soprattutto ha lanciato il nuovo Buffon, Gianlugi Donnarumma, facendo fuori il ben più quotatoDiego Lopez.
Fino a prova contraria, la squadra rossonera è ancora in lizza per per il sesto posto, l'ultimo che garantirebbe l'Europa senza se e senza ma. Tutto ciò non è bastato ad evitare l'esonero: evidentemente al Milan ormai non sanno più cos'è la riconoscenza.A questo punto, la domanda sorge spontanea: cosa avrebbe potuto fare ancora Sinisa per salvare il posto?
Una domanda che forse trova risposta solo nelle menti dei dirigenti rossoneri.
Ci viene da pensare che forse, in Via Aldo Rossi, volevano già da quest'anno la qualificazione in Champions, nonostante una squadra che sulla carta non ne era all'altezza. Infatti, Bacca a parte, in rosa non ci sono fenomeni. Al suo posto è arrivato Brocchi, un "soldatino", un uomo d'azienda, com'era "soldatino"Filippo Inzaghi, chiamato a Milanello in sostituzione di Seedorf, altro allenatore cacciato via a cuor leggero.
Così come a cuor leggero è stato mandato via Massimiliano Allegri, che fino a prova contraria è stato l'ultimo a dare una gioia ad una tifoseria ormai sempre più umiliata. Il tecnico livornese, d'altronde, ha dimostrato, come allenatore della Juventus, di essere tutto tranne che un tecnico di Serie B, avendo condotto i bianconeri fino alla finale di Champions League, appuntamento da cui la Juve mancava da 20 anni. L'augurio è che Mihajlovic possa quanto prima tornare ad allenare, perché il calcio ha bisogno di uomini veri.