Non tocca le vette di "Age of Ultron", ma in tre giorni di programmazione "Civil War"raggiunge già la cifra di 2,6 milioni di euro al box office italiano, incassando una pioggia di consensi unanimi da parte della critica italiana, così come era accaduto per quella internazionale.
Mentre i fan si dividono fra #TeamCap e #TeamIronMan e sparuti detrattori, l’ultima pellicola di casa Marvel, costata ben 250 milioni di dollari, è l’adattamento della saga fumettistica uscita esattamente dieci anni fa negli USA, e inaugura la terza parte del Marvel Cinematic Universe.
La trama in breve
Grossi guai in casa Avengersdove i Vendicatori – Tony Stark in testa – vengono chiamati a rendere conto dei danni collaterali delle loro task force in giro per il globo. Tormentato dai sensi di colpa e dai rimorsi verso i genitori persi da tempo – rimorsi che affiorano solo ora e saranno fondamentali per il prosieguo del film – Tony Stark, dopo un incidente a Lagos che ha colpito gli ambasciatori Wakandiani e ha visto coinvolta in prima persona Wanda Maximoff, presenta insieme con il segretario di Stato Ross, i cosiddetti Accordi di Sokovia che, una volta firmati, costringeranno i Vendicatori a sottostare a delle regole precise e a diventare una task force agli ordini dell’ONU.
I primi contrasti e il formarsi di due schieramenti si delineano già nel dibattito in corso fra Steve Rogers e Tony Stark all’interno dell’Avengers Tower. Tuttavia, è un attentato alla sede viennese dell’ONU a riportare sulla scena Bucky Barnes e a scatenare un contrasto insanabile fra Captain America da un lato, e Iron Man dall’altro; un contrasto che travalica qualsiasi visione sulla libertà d’azione da concedere ai supereroi, e finisce presto per focalizzarsi sulla necessità di Steve di proteggere il miglior amico di un tempo, anche a costo di andare contro i suoi attuali compagni di lotta.
Una trama al di sopra delle possibilità di un action movie
Se "Civil War" fosse stato presentato per quello che alla fine si rivela essere – un action movie con molti personaggi, molte battute, molte scene d’azione coreografiche e una quantità di esplosioni da fare invidia a un film diretto da Michael Bay – l’esperimento nel solco della tradizione sarebbe riuscito.
"Civil War", però, è stato annunciato come un adattamento di una saga fumettistica di per sé controversa, che avrebbe dovuto mostrare tutte le contraddizioni insite fra i supereroi, con l’impossibilità di schierarsi con l’una o l’altra parte, visto che questa volta non c’erano cattivi, ma solo visioni contrastanti da parte degli stessi buoni. Il film, però,si è adagiato in un solco già tracciato dai precedenti due Avengers, in cui a spiccare – persino in uno stand alone dedicato al Capitano – è proprio Tony Stark.Troppi motivi di trama s’intrecciano, fino a portare a un finale inconcludente e anticlimatico.
Non c’è davvero molto spazio per il dialogo, quasi tutti i personaggi risultano spinti ai margini e appiattiti sugli stereotipi più rassicuranti.
Alla fine anche gli esseri umani, per la cui protezione i supereroi dicono di muoversi, finiscono sullo sfondo e il tutto si riduce a un regolamento di conti fra Tony Stark e Steve Rogers per questioni molto personali e poco universali.
Una prova deludente che dimostra tutti i limiti della Disney alle prese con adattamenti troppo al di sopra delle sue possibilità, per restare chiusi in due ore e mezza di gag e morali, in fondo, tagliate con l’accetta.