Si sono spente le luci della Stockholm Globe Arenas e si fanno i primi bilanci dell'edizione 2016 dell'Eurovision Song Contestdove l'Italia, ci spiace dirlo, non ha brillato particolarmente. Non è colpa di Francesca Michielin, che rimane una delle nostre giovani artiste più talentuose e preparate, ma di chi non è ancora riuscito a capire lo spirito di questa kermesse e sceglie troppo spesso concorrenti distanti anni luce che, su quel palco, sembrano degli agnellini nella fossa dei leoni. L'Eurovision sarà considerato anche trash (per me non lo è), ma è la culla del pop all'ennesima potenza, dove non basta essere dei bravi cantanti ma è fondamentale essere degli ottimi performer.

Su quel palco bisogna muoversi, stupire, imporsi con determinazione, seducendo il pubblico a casa: in una sola parola, essere dirompenti.Francesca ha dichiarato che è sempre stato il suo sogno andare all'Eurovision, ma forse non ha capito che guardarlo in tv ed esserci sono due cose ben diverse: il suo essere raffinata e timida si è rivelato, come temevamo, un boomerang che l'ha fatta classificare al 16° posto (su 26). La vincitrice Jamala.

Non ci stupisce invece che abbia vinto Jamala, meravigliosa creatura proveniente dall'Ucraina, che prima ha catturato la nostra attenzione con il suo carisma e poi ci ha fatto venire la pelle d'oca con le parole della sua canzone, intitolata “1944”, che racconta la dolorosa e tragica deportazione dei tartari di Crimea (per opera di Stalin) avvenuta proprio nell'anno del titolo.

Un'interpretazione la sua intensa e magnetica, che le ha permesso di avere la meglio sull'ospite dell'Austria, Dami Im e sul russo Sergej Lazarev, dato per favorito fin dall'inizio. Il prossimo anno l'Eurovision Song Contest si terrà in Ucraina e la speranza è naturalmente che questo paese che, come sappiamo, non sta vivendo un momento facile, riesca a trovare le risorse per organizzarlo nel migliore dei modi per poter godere finalmente di qualcosa di bello.

E l'Italia? Ritenti, magari sarà più fortunata. Però un consiglio: per selezionare i concorrenti slegatevi dal Festival di Sanremo e andate oltre, dando un'occhiata al paese reale, quello fatto di artisti perfetti per una manifestazione come l'Eurovision. Qualche esempio? Immanuel Casto, magari in duetto con la sua sodale Romina Falconi; oppure l'inedito quartetto composto da Simonetta Spiri, Greta Manuzi, Verdiana Zangaro e Roberta Pompa che ora sta spopolando con il singolo “L'amore merita” (a sostegno dell'amore gay e delle unioni civili); ma anche una band come gli Studio 3, pronti per un ritorno in grande stile (la loro “Siamo ancora qua” è destinata a diventare hit dell'estate), che in passato ci ha già rappresentato all'estero. Loro si che potrebbero portarci sul podio.