Nella serata del 7 giugno il Presidente della Repubblica, cogliendo l'occasione del 199° anniversario della fondazione del Corpo della Polizia Penitenziaria, ha ricordato come occorra "un profondo rinnovamento del modello di detenzione" che sappia, da un lato "garantire la sicurezza della comunità", e dall'altro consentire "l'opportunità dell'istruzione e del lavoro".

Mattarella: dubbi sul suo messaggio

Il condivisibile messaggio di Mattarella, che ha incontrato il plauso di giornalisti e politici, lascia tuttavia l'amaro in bocca. Il concetto di un carcere rieducativo e rispettoso della dignità umana è riconosciuto, come ha ricordato lo stesso Presidente della Repubblica, dall'articolo 27 della nostra Costituzione, reso pienamente operativo - almeno sulla carta - dalla riforma carceraria del 1975.

Pertanto Mattarella non avrebbe dovuto parlare di "profondo rinnovamento", ma semplicemente di "piena realizzazione" delle norme vigenti che rispecchiano già appieno lo spirito del discorso del Capo dello Stato. Ovviamente questi non avrebbe mai potuto sottolineare come le leggi, e nella fattispecie le norme che si occupano della rieducazione di chi ha commesso reati, non vengano fatte rispettare proprio dallo Stato che le ha promulgate. Mattarella, quindi, non potendo evitare di nascondere i "panni sporchi", ha almeno cercato di non lavarli in pubblico, tentando di scaricare le colpe delle istituzioni e suggerendo che il problema non sia dovuto al mancato rispetto delle leggi da parte delle istituzioni, ma ad alcune norme "errate" che vanno "rinnovate" e "ripensate".

Altro motivo di perplessità è il plauso che le parole di Mattarella hanno incontrato in tutto il mondo politico. Da un lato, infatti, il Presidente della Repubblica non ha detto nulla di nuovo, poiché il problema delle carceri è di vecchissima data, mentre dall'altro si è preso il merito per aver rivenduto come nuovi i concetti espressi da Beccaria nel 1764.

Insomma, Mattarella ha tentato di nascondere la vera natura del problema, ovvero non leggi inadeguate, ma leggi non rispettate e, allo stesso tempo, si è guadagnato la condivisione di tutto il mondo politico, esprimendo verità assodate ed inoppugnabili.