Più volte ilparlamento italiano ha affrontato il tema della modifica di una parte della Costituzione. Un argomento molto difficile da risolvere, anche perché ci mancano politici come Togliatti e De Gasperi che hanno sempre saputo, nella loro diversità, dialogare tra loro. E diventa ancora più difficile se il problema lo si vuole affrontare da soli, a colpi di maggioranze ballerine, senza la collaborazione di tutto il mondo politico, in un clima di concordia. La Costituzione è la legge fondamentale dello Stato e quindi è dell'interesse di tutto il popolo.

Non ci interessa se "Berlusconi e D'Alema si amano" come afferma ironicamente il Presidente Matteo Renzi, la cosa importante è che al processo di modifica partecipino, con interesse, tutte le rappresentanze parlamentari.

Il dialogo arma vincente

Le recenti riforme in discussione non hanno ricevuto dal parlamento la maggioranza qualificata richiesta per la loro definitiva approvazione, da qui la necessità di celebrare, a breve, il referendum, che stando alla matematica è facile prevederne l'esito. Queste riforme, a nostro avviso, sono nate alla pari di altre leggi, con accordi di maggioranza, mentre sarebbe stato più saggio, sacrificando ciascuno qualcosa del suo, incontrarsi con tutti e discutere anche a lungo, per trovare punti comuni su cui costruire le riforme stesse.

La convinzione di fare da soli non porta lontano, ma fa perdere tempo che potrebbe essere utilizzato per altre soluzioni opportune.

Il risultato porterà novità

Anche Berlusconi e D'Alema hanno tentato invano, con la Bicamerale, di cambiare la Costituzione, ma il popolo, vigile, ha detto NO. Certo è, secondo il nostro parere, che l'effetto del prossimo Referendum, sommato a quello delle recenti, ultime elezioni amministrative, determineranno nuovi assetti della politica nazionale. Molte sono le voci critiche che si levano nei confronti delle Riforme stesse, da parte di qualificati studiosi della materia costituzionale, secondo i quali le riforme vanno riscritte e rimodulate.