Premio Nobel: l'equivoco già in nuce. Nel 1888Alfred Nobel- inventoredella dinamite - perse il fratello Ludvig.Per uno scambio di nomi, un giornale francese pubblicò un necrologio dedicato ad Alfred, criticandolo per la sua invenzione.Questo il titolo dell'articolo: "Le marchand de la mort est mort" (il mercante di morte è morto).L'accusa mossa al chimico svedese riguardava la circostanza di "essersi arricchito trovando il modo di uccidere il maggior numero di persone".

Nobel rimase sconfortato per la critica, e si sentì in dovere di lasciare un segno edificante del suo passaggio terreno.

Decise, perciò, di dedicare un Premio alle opere e alle scoperte utili per la comunità, al fine di essere associato ad una iniziativa degna di onore.

Lo spirito del Premio

Lo spirito del Premio Nobel, in particolare di quello per la Pace, è di riconoscere le azioni eccezionali e le scoperte di uomini dotati di senso straordinario che hanno contribuito a migliorare le condizioni del genere umano.Eppure oggi gli assegnatari sono sovente premiati"a priori",per meriti non ancora dimostrati o per scoperte scientifiche delle quali non si conoscono le conseguenze, a volte veramente imprevedibili.

È il caso del tutto paradossale del Nobel per la medicina assegnato nel 1948 aPaul Muller,il primo a dimostrare l'utilità del DDT come insetticida che, a distanza di tempo, inaspettatamente si dimostrò un'arma molto efficace "per l'uccisione del maggior numero di persone".

Ancora più stravagante l'idea di conferire il Premio per la Pace del 2009 a Barack Obama, scelta contestata subito dal "Times", che all'epoca evidenziò il suo "intento palesemente politico e di parte". Per il quotidiano londinese, inoltre, risultò "ironico" attribuire un premio simile ad un Presidente: "la cui principale preoccupazione era quella di espandere la guerra in Afghanistan", circostanza che rendeva il riconoscimento "una presa in giro".

All'elenco si potrebbe aggiungere il Premio assegnato nel 1994 - per i Trattati di Oslo del 1993 - adArafat, Peres e Rabinperaccordi che si conclusero, imprevedibilmente, con scontri più accesi.

Eppure all'inizio del secolo scorso, la teoria della relatività non fu considerata da Oslo, proprio perché non aveva senso attribuire il riconoscimento ad una scoperta provata solo matematicamente, e della quale non si conoscevano le conseguenze.

Albert Einstein dovette accontentarsi del Premio Nobel per la Fisica del 1921 per la verifica di un effetto fotoelettrico, esattamente fedele alla descrizione che ne aveva già fatto nel 1905.A riprova che i geni arrivano prima delle istituzioni, anche se di grande rilevanza sociale.

Ambiguità e inutilità: i casi Duncan Haldane e Manuel Santos

Il controverso "caso Colombia"di questi giorni dimostra che il Premio Nobel è un'istituzionenon più fedele agli intenti del suo fondatore. Assegnare il Premio per la Pace al presidente colombianoJuan Manuel Santosper un progetto non ancora attuato, che prevede la fine del conflitto con l'organizzazione guerrigliera di stampo marxista nota come FARC (progetto oltretutto osteggiato dal popolo che lo ha appena bocciato attraverso un referendum), è indicativo di una volontà più preoccupata degli equilibri politici del momento che non delle conseguenze che determinati gesti e azioni potrebbero avere sulla società.

Un altro caso curioso è quello del Premio Nobel 2016 per la Fisica conferito a Duncan Haldane e a Michael Kosterlitz,"per le scoperte teoriche di transizioni di fasi topologiche della materia".Haldane, infatti, ha dichiarato che sia lui che i suoi colleghi non credono nell'utilità della scoperta:"Come tutti gli altri sono stato molto sorpreso della notizia del conferimento del premio. Quando ho iniziato a lavorare su questo tema, alla fine del 1980, non pensavo nemmeno che esso potesse avere delle applicazioni. Oggi ne abbiamo la conferma".