La notizia di un probabile divorzio di Walter Sabatini dalla Roma era nell’aria da tempo e da qualche giorno è arrivata anche l’ufficialità. Sabatini lascia la Roma dopo averne rivestito la carica di direttore sportivo negli ultimi cinque anni. Ieri pomeriggio è andata in scena la conferenza stampa d'addio del ds.Si chiude di fatto un’era per la Roma, con le dimissioni di Sabatini che lasciano un vuoto che non sarà semplice colmare. Le ragioni dietro il divorzio sono da rintracciare in tutta una serie di dissidi e dissapori tra Sabatini e la proprietà americana, elementi che hanno convinto il dirigente umbro a rimettersi dall’impegno assunto cinque anni fa.
L’ormai ex ds sopportava malvolentieri le interferenze che la società aveva preso ad assumere nei confronti delle sue ultime operazioni di mercato. Non esistevano più le condizioni per continuare, Sabatini riteneva di non potersi più muovere con l’autonomia necessaria per lavorare al meglio.
Naturalmente c’è molta discordanza di giudizio in città riguardo l’operato di Sabatini in questi cinque anni. Le opinioni sono le più disparate, tra chi lo ritiene causa di tutti i mali della Roma a chi pensa invece che sia solo merito suo se la società giallorossa si è mantenuta a galla a certi livelli in questi anni. In effetti non si può certo dire che Sabatini lasci la Roma in pessime condizioni economiche, in quanto è di pochi giorni fa la notizia dell’approvazione del bilancio che ha registrato i ricavi più alti di sempre, cioè quasi 220 milioni di euro, realizzati anche grazie alle sue plusvalenze.
E’ certamente difficile tracciare un bilancio dell’attività di Sabatini alla Roma, e per farlo è necessario fare una distinzione tra risultati economici e e risultati sportivi. Estremamente positivi i primi, assolutamente inesistenti i secondi. Forse non è neanche tanto importante il fatto che la Roma non abbia portato a casa trofei in questi anni, ma l’elemento mortificante è che non ci sia neanche andata lontanamente vicino.
Due secondi posti in campionato a distanze siderali dalla Juventus, a cui va aggiunto un rendimento nelle coppe di cui è meglio tacere. Senza dimenticare le numerose figuracce sul palcoscenico europeo in cui la Roma raramente è riuscita a salvare la faccia. Difficile anche stabilire se nell’opera di Sabatini come uomo di mercato abbiano prevalso i successi o i fallimenti.
Tanti acquisti di giocatori importanti( Marquinhos, Lamela, Pjanic, Benatia, Strootman, Salah, Nainggolan), spesso rivenduti pochi mesi dopo dietro ordini di una società che puntava soltanto a un ritorno economico e non alle vittorie sportive, ma anche numerosi flop che la Roma ancora sta pagando( Iturbe, Doumbia, Ashley Cole, Ljajic, Destro, Dodò, Gerson, Jose Angel).
Ma forse la colpa più grave che è possibile imputare a Sabatini è il fatto di non essere riuscito a costruire una squadra dotata di stabilità e con dei punti fermi, stravolgendo spesso la rosa senza che ve ne fosse la necessità. Troppe operazioni, troppa confusione e poche certezze. Alcuni ruoli lasciati colpevolmente scoperti nel corso degli anni, soprattutto i terzini.
Tutto questo lasciando perdere le chiacchiere inutili riguardo improbabili rivoluzioni culturali e cambiamenti del modo di pensare dell’ambiente, un progetto che è sempre stato solo fumo negli occhi per farsi un’immagine. Sarà Frederic Massara, il suo vice, a sostituirlo alla guida della direzione tecnica della Roma. Sarà interessante vedere se e quanti tratti del suo predecessore abbia ereditato il nuovo ds.