Dalla riforma della Rai, voluta dal governo Renzi, e la concomitante introduzione del pagamento del canone tv nella bolletta elettrica, la tv pubblica ha visto aumentare la propria disponibilità finanziaria e la governance della stessaè stata fortemente accentrata.Questo avrebbe dovuto favorire un miglioramento generale della qualità d'offerta televisiva presentata dalla tv nazionale, invece non è così, anzi, possiamo dire con assoluta convinzione, e dati alla mano, che la RAI sta attraversando un periodo di crisi pesantissima sia in termini di ascolti che di qualità dell'offerta proposta.

Vediamo i perchè.

Chiusura dei programmi "ostili"

In ossequio ai mal di pancia suscitati dai talk show in Rai da parte di Renzi (ricordate lo scontro Giannini-Renzi e le battute su Rambo?), campo dall'orto con la direttrice di Rai 3 Daria Bignardi, chiudono Ballarò, storica trasmissione di punta dell'informazione Rai. Il programma viene sostituito con Politics, condotto dall'ex giornalista Sky Luca Semprini. Stessa fine fa il Programma d'informazione di Rai 2, Virus, condotta da Luca Porro.

Veltroni meglio come politico?

Fa capolino sulla rete ammiraglia un programma, 10 Cose, ideato dall'ex segretario Pd Walter Veltroni. Annunciato in pompa magna e con costi alti (1 milione a puntata secondo Repubblica), il programma non sfonda, forse per la tediosità dell'offerta o forse per la scarsa qualità televisiva del prodotto, i soldi spesi non vengono ripagati dall'auditel che gli attestano il limite del 11% di ascolti.

Molto pochi per la serata di RAI 1.

I programmi di successo sono sempre gli stessi

Non tutto è da buttare in Rai ovviamente, c'è ad esempio la fascia preserale di RAI 3 con Fabio Fazio, che si mantiene a buoni livelli di ascolti (specie nel week-end), o il quiz preserale di RAI 1 Affari tuoi, che comunque veleggia sempre tra il 15 e il 20% di ascolti.

Particolare nota di successo è la serie sui Medici, prodotta però prima che arrivasse l'emissario di Palazzo Chigi. La sostanza comunque non cambia: la RAI rimane pur sempre un carrozzone politico-clientelare, con il suo eccessivo numero di collaboratori e la tendenza ad essere governativa nella sua offerta informativa. Almeno, visto che si è sbandierato per mesi che il combinato disposto di canone in bolletta e governance accentrata avrebbero favorito un miglioramento della tv pubblica, si facessero dei programmi che non si fanno battere persino da una florida, ma piccola, tv come La7. E noi paghiamo.