Giornata agitatissima in aula Giulio Cesare, in Campidoglio. I Consiglieri sono stati chiamati a discutere e a votare la mozione presentata dai 5 stelle motivata con la "crescente preoccupazione per la deriva autoritaria che si verificherebbe, qualora vincesse il Sì". L'intervento di Fassina scatena il caos tra i cittadini a sostegno del Partito Democratico. Andiamo per ordine.
La mozione è inammissibile
Clamorosa defaillance, quella della giunta capeggiata da Virginia Raggi, che presenta una mozione inammissibile, o meglio. Una mozione che il presidente dell'aula, De Vito, avrebbe dovuto dichiarare inammissibile, in quanto viola il regolamento vigente per il consiglio comunale.
Tale regolamento, infatti, all'articolo 109, comma 1, recita: "La mozione è un atto di indirizzo deliberato dal Consiglio Comunale per impegnare il Sindaco e la Giunta al compimento di atti o all'adozione di propria competenza". Risulta quindi evidente che un referendum costituzionale, come quello del 4 dicembre prossimo, esuli dalle competenze del Consiglio Comunale di Roma. I romani si sarebbero aspettati un altro referendum, ma sulle Olimpiadi 2024, che riguardavano, quelle sì, il Comune di Roma.
I cittadini attendono al gelo, poi seduta sospesa
I cittadini sono stati costretti ad attendere un'ora al gelo, per poi essere ammessi nella sala del carroccio. Viene quindi leso quel diritto alla pubblicità delle sedute del Consiglio Comunale.
Alcuni si sentono dire dalle forze dell'ordine presenti che "sono finiti i pass" altri dicono che sono finiti i posti, occupati in prevalenza dai giornalisti. Fatto sta che, almeno, si permette ai cittadini, con ritardo rispetto all'inizio della discussione in aula, di stare in un posto caldo. La seduta viene sospesa da De Vito, che convoca i capigruppo. La motivazione sta nel fatto che ci sarebbe stato un errore nella compilazione della mozione a firma 5 stelle. Un errore grave, a quanto si apprende. La seduta ricomincia.
Lo show di Fassina e l'espulsione dei cittadini
Intervengono esponenti di M5S, PD e Fratelli d'Italia, finchè arriva il turno di Stefano Fassina. Non appena conclude il suo intervento a sostegno del sì alla mozione dei grillini scoppia la bagarre.
I sostenitori dem lo attaccano "venduto! Traditore! Cambia posto!". Poi la scena che avrebbe del comico, se non fosse tristemente vera. I Consiglieri del M5S si alzano e, in fila per uno, vanno da Fassina a ringraziarlo e a stringergli la mano. Il clima si fa teso. Il pubblico, schierato in equa misura a favore di dem e m5s, urla e grida insulti. Il presidente De Vito, a questo punto, ha la brillante e democratica idea di far sgomberare l'ala sinistra dell'aula, occupata dai sostenitori PD. I Consiglieri del Partito Democratico, tra cui Orlando Corsetti e Michela Di Biase si alzano e formano un muro umano per impedire la fuoriuscita dei protestanti. La stessa Di Biase afferma: "Siamo qui per impedire che solo una parte dei cittadini, ovvero quelli che non sono d'accordo, siano sgomberati.
State piegando quest'aula a tribuna elettorale, e noi, comunque, non parteciperemo alla votazione".
Il parlamentare Miccoli (PD) grida a De Vito e ai grillini "Fascisti! Questa non è democrazia!".
La Raggi, assente, strumentalizza il Campidoglio
Virginia Raggi non si fa vedere, essendo in odore di contestazioni. Questa mozione strumentalizza il Campidoglio. Sarebbe stato opportuno discutere sui problemi di Roma, che è in ginocchio. Fanno sapere i grillini che il Consiglio non si riunirà giovedì 1 e martedì 6 dicembre, perchè non ci sono urgenze. Tutto c'è a Roma, tranne che la mancanza di urgenze. La mozione passa con 28 voti favorevoli su 28 presenti. Far passare il messaggio mediatico che tutta Roma, a partire dal Campidoglio, sia per il no, è irriguardoso per quei romani che il 4 dicembre voteranno Sì. Virginia Raggi dovrebbe essere il sindaco di tutti i romani, e quindi non lanciarsi in iniziative così audaci, che esulano dal suo ruolo di rappresentante.