Virginia Raggi ha detto no alle Olimpiadi di Roma 2024. Questo è il no ufficiale, quello che tutti temevano e molti aspettavano. Un no che, però, è giunto in contraddizione con il programma della stessa sindaca a 5 stelle. Le bugie dei pentastellati si susseguono ormai giorno dopo giorno, mantenendo la capitale senza un governo e provocando figuracce istituzionali con le varie autorità, come successo oggi con i vertici del CONI.
Raggi, che figuraccia! Disertato l'incontro con Malagò e Pancalli
Giovanni Malagò e Luca Pancalli attendevano la sindaca di Roma Virginia Raggi per un incontro risolutore sulla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024.
Ad un'ora dall'incontro, Malagò aveva chiesto, via ansa, che l'incontro venisse trasmesso in diretta streaming, al fine di garantire la massima trasparenza. Scacco matto, Virginia va nel pallone. La sindaca pensa bene di far comunicare ad un funzionario del Campidoglio il rifiuto alla proposta del presidente del CONI, adducendo come scusa la natura privata dell'incontro. Privata? Si decide il futuro di Roma e dei romani, ma si è percepita l'impressione che qualcosa fosse già stato deciso, come volevasi dimostrare. Virginia, forte del diktat di Grillo sul no categorico alle Olimpiadi (che bello avere un sindaco libero di scegliere cosa sia meglio per la città che amministra) decide di non presentarsi all'incontro, provocando la furia di Malagò e Pancalli (presidente CIP e vicepresidente di Roma 2024) i quali, dopo mezz'ora di attesa dovuta alla cafonaggine della Raggi, decidono di abbandonare il Campidoglio.
La sindaca di Roma indice quindi una conferenza stampa, nella quale spiega le ragioni del no. Evidentemente si era già deciso, nelle stanze buie del M5S, dove la democrazia perde significato, per il no alle Olimpiadi.
Virginia Raggi sostiene che "è da irresponsabili dire sì alle Olimpiadi, Roma ha problemi più gravi ed urgenti a cui pensare.
Le Olimpiadi sono un sogno che diventa un incubo. Stiamo pagando i debiti di Roma '60 e dei mondiali di Italia '90! Siamo propositivi, vogliamo lo sport, e il 70% dei romani ha detto no alle Olimpiadi al ballottaggio". Qua ti volevamo, cara Raggi.
Le bugie della Raggi: dov'è il referendum?
Durante la campagna elettorale che la contrapponeva a Giachetti (PD) la Raggi aveva decretato il "no per ora" alle Olimpiadi.
Non una chiusura totale, ma posticipando la decisione finale in seguito ad un referendum popolare in cui i romani avrebbero espresso la loro opinione. Ebbene i cittadini che hanno votato per lei, lo hanno fatto sulla base di un programma che la stessa Raggi sta disattendendo! Aveva promesso un referendum, una consultazione. Non può far passare l'espressione del voto al ballottaggio come la volontà della totalità dei romani, semplicemente perchè al ballottaggio hanno votato neanche la metà dei romani.Sappiamo benissimo che Grillo ha deciso per i romani, ed è inaccettabile. Così come lo è il fatto che la Raggi ingoi il rospo senza controbattere, soggetta al ricatto dell'espulsione dal movimento (vedi Pizzarotti).
Bugie su bugie, programmi non rispettati, Roma senza un governo, città paralizzata, emergenza rifiuti, delibere clamorosamente sbagliate e, ci dispiace dirlo, una incapacità di fondo che lascia veramente senza parole.
Era difficile, per chi vive a Roma, immaginarsi un governo della capitale peggiore di quello di Alemanno. Ebbene, Virginia Raggi sta riuscendo nell'impresa.
Dovevano portare il nuovo in politica, ma stanno riproponendo solo le vecchie dinamiche, se non peggiori, della Prima Repubblica. Esempio lampante è la proposta in Parlamento di stralciare l'Italicum con il ballottaggio (che ha permesso a loro di vincere a Roma) per tornare al proporzionale puro, che in 70 anni di Repubblica, ha portato alla nascita di 63 esecutivi. Esigono l'ingovernabilità, ma la mettono anche in pratica.Follia pura.