Ha dell'incredibile ciò che sta accadendo in questi ultimi giorni. Dopo il terribile incidente in Colombia del 28 Novembre scorso che ha segnato ben 71 vittime, tra le quali 19 della rosa della Chapecoense, sulla squadra verdebianca si è accanita la Federcalcio brasiliana. La Chapecoense e l'Atletico Mineiro, infatti, sono state punite con una multa di 100mila peis, la sconfitta a tavolino e due punti di penalizzazione, per non aver disputato l'ultima partita di campionato. Nonostante l'accordo tra le due società, vista la tragedia che era accaduta alla Chapecoense tre giorni prima.

Ma da cosa deriva questa decisione?

Nelle intenzioni della Federcalcio brasiliana c'era la volontà di farla diventare una partita commemorativa, per dare omaggio alle vittime dell'incidente. Ma chiaramente dall'altra parte non c'erano le stesse intenzioni, ed infatti i dirigenti della Chapecoense assieme a quelli della squadra ospite, ovvero l'Atletico Mineiro, hanno deciso di non giocare la partita: di conseguenza non si è presentato nessuno, tranne gli arbitri che erano stati mandati dalla Federcalcio e, vista la situazione, hanno applicato il regolamento multando le due società.

Da questo malinteso però emergono elementi che rimangono inspiegabili. Perché multare una società che sta vivendo una tragedia?

In certi casi il regolamento dovrebbe essere messo da parte per sostituirlo dalla realtà dei fatti. Una società che sta vivendo una catastrofe che nel mondo del calcio non si era mai vista, che si ritrova senza una squadra, un allenatore, e il presidente rimaste vittime dell'incidente aereo, non può essere multata. Ma ciò che accade nella realtà, spesso, non coincide con quello che ci si aspetta e che sembra più ragionevole.

I Superstiti

Ma non tutto va male per la Chape, infatti Neto uno dei 3 superstiti della squadra ha ripreso a camminare e presto potrà tornare in campo. Nel frattempo, ha incontrato Nilson Lengua, l'uomo che gli ha salvato la vita, trovandolo quando la squadra di ricerca stava lasciando il luogo del disastro. E' andata peggio al portiere sopravvissuto, Jackson Folmann, a cui hanno amputato una gamba date le gravi lesioni riportate nell’incidente.

Ha invece lasciato la terapia intensiva Ruschel,e da un paio di giorni ha iniziato a camminare, dopo la frattura della decima vertebra della schiena. Per i tre superstiti inizia ora la salita più lunga e tortuosa da scalare.

La montagna del disastro cambia nome

Le autorità della comunità de La Union ha deciso di nominare la montagna dell'incidente “Cerro Chapecoense” invece di “Cerro El Gordo” per ricordare le 71 vittime del tragico incidente del 28 Novembre scorso.