Per tutti è il momento del cordoglio. Lo schianto improvviso di un velivolo ha consegnato un tragico epilogo alla favola della Chapecoense, giunta per la prima volta nella sua giovane storia alla finale della Copa Sudamericana, secondo trofeo per club più importante dell'America Latina. La formazione brasiliana avrebbe dovuto affrontare i titolati colombiani dell'Atletico Nacional, vincitori dell'ultima Libertadores, per il match d'andata della citata finale. Insieme alla profonda tristezza che ha colpito tutto il mondo dello sport, sorgono spontanee le prime domande relative alle cause del disastro.

Le prime ipotesi sono piuttosto inquietanti e potrebbero evidenziare pesanti responsabilità umane: da parte delle autorità aeroportuali di Medellin ma anche delle compagnia aerea.

I superstiti della tragedia

Il volo charter 2933 della compagnia venezuelana LaMia Airlines era partito dal Brasile e si era fermato per uno scalo tecnico all'aeroporto boliviano Viru Viru, a Santa Cruz de la Sierra. Il quadrimotore Avro RJ 185 è poi ripartito alla volta di Medellin ma è precipitato sul fianco di una montagna a Cerro Gordo, nella zona di La Union. Le vittime del disastro sono 71 secondo le ultime stime ufficiali, i superstiti erano 6 ma uno è morto durante il trasporto in ospedale. Sull'aereo viaggiavano 48 componenti della Chapecoense, tra giocatori, staff tecnico e dirigenti, oltre a 21 giornalisti.

I sopravvisuti sono i giocatori Alan Ruschel, Jackson Follman (al quale è stata amputata una gamba) ed Helio Zampier Neto; la hostess Jimena Suarez ed il giornalista Rafael Henzel. L'uomo estratto ancora vivo dai rottami dell'aereo ma deceduto durante il trasporto in ospedale è un altro componente del team brasiliano, il portiere Marcos Danilo Padilha.

Le ipotesi del disastro

Le squadre di soccorso intervenute sul luogo del disastro a Cerro Gordo hanno recuperato le due scatole nere ma, nel frattempo, sono state formulate le prime ipotesi sulla causa della tragedia. Il velivolo avrebbe avuto problemi all'impianto elettrico, motivo per il quale sarebbe stato lanciato un segnale di emergenza alla torre di controllo di Medellin.

Ma la richiesta di atterraggio prioritario sarebbe stata rifiutata, l'aereo potrebbe aver esaurito il carburante mentre era in attesa del nulla osta per giungere sulla pista dell'aeroporto. Se le cause fossero accertate in questa direzione, le responsabilità umane sarebbero evidenti: in primo luogo da parte degi addetti alla torre di controllo che avrebbero colpevolmente sottovalutato la questione, ma ad essere messa sotto accusa potrebbe essere anche la manutenzione dei velivoli da parte della LaMia Airlines.

Borja: 'Quell'aereo è un incubo'

In merito all'inadeguatezza del velivolo c'è la dichiarazione di Miguel Angel Borja, attaccante dell'Atletico Nacional e della Nazionale colombiana con un fugace passato in Italia, al Livorno.

Il giocatore che avrebbe dovuto affrontare sul campo la Chapecoense ha dichiarato di aver viaggiato in passato su quell'aereo ed ha raccontato di aver vissuto "un vero incubo". "Avevamo tutti una gran paura - ha sottolineato - perché si tratta di un aereo minuscolo e siamo stati obbligati a fare un numero impressionante di scali per continui rifornimenti di carburante". Relativamente ai particolari dell'aeromobile, si tratta di un quadrimotore entrato in servizio per la prima volta nel 1999 per la compagnia statunitense Mesaba. Tra il 2007 ed il 2013 ha operato per gli irlandesi della CityJet, prima di essere acquistato da LaMia Airlines.