C'era una volta Mimmo Rotella, catanzarese, inventore del "décollage", gli strappi che rendono visibile la patina del tempo e che riannodano i fili del passato. Così, la catanzaro d'oggi prova a riscoprire se stessa, tra la nostalgia di chi ha fatto i capelli bianchi e lo stile impetuoso delle generazioni agli esordi del XXI secolo. Ma in un Sud profondo e periferico.

Catanzaro, nobile decaduta

La cultura cittadina si è crogiolata per anni in vuote rivendicazioni di ruolo che non hanno impedito lo smembramento del territorio provinciale. Contemporaneamente, l'asse principale dello sviluppo è andato costituendosi tra la valle del Corace ed il sempre più denso borgo marinaro.

Così, mentre lo scollamento tra i vari quartieri cittadini è divenuto sempre più netto, i maggiori centri propulsori di cui la città dispone, l'università e la regione, hanno trovato localizzazione solitaria tra le vallate di Germaneto, affiancate da una stazione ferroviaria tra le più deserte d'Italia. Mentre sul nuovo ospedale l'attesa presumibilmente durerà ancora parecchi anni.

Si accendono il dibattito ed i giochi di potere

L'effetto di spopolamento del centro storico e del quartiere Nord di Catanzaro è stato repentino. La crisi economica di questi anni ha inferto il colpo di grazia alle attività commerciali e produttive, lasciando la città più povera e meno dinamica del solito.

Per queste ragioni, la prossima campagna elettorale sembra animarsi fin d'ora intorno ad una pluralità di temi e di proposte, di lamenti, di appelli accorati e di critiche feroci, tra la sarcastica disillusione tipica dei catanzaresi e l'esaltazione retorica di qualche notabile della politica. Gli schieramenti iniziano formarsi.

L'aria comincia a friggere.

Il centrosinistra e l'atavica tendenza a dividersi

Tutto in alto mare nel centrosinistra. A Catanzaro il Pd non ha ancora espresso un candidato. Il senatore Aiello che guida le sorti cittadine dell'NCD vorrebbe chiudere sulla figura di Antonio De Marco, apprezzato dirigente regionale prossimo alla pensione.

Lui smentisce. Ma perchè non c'è accordo con il partito democratico. Altre componenti già presenti in consiglio comunale scalpitano per sedere al tavolo delle decisioni. Nel frattempo, Nicola Fiorita, stimato docente universitario non ancora cinquantenne, lancia "Cambiavento": la sua candidatura a sindaco è ragionevolmente la più credibile. Ed è un'opportunità per il centrosinistra. Ma l'ipotesi di vedere in campo almeno tre candidati (uno per il Pd, l'altro per l'NCD ed infine l'indipendente Fiorita) che dividano l'elettorato alternativo all'attuale sindaco, Sergio Abramo, si fa sempre più concreta. Con esiti scontati.

A Catanzaro il centrodestra si stringe attorno a Sergio Abramo

Mai come ora i big della Catanzaro al potere declinano ogni ipotesi di contrasti e divisioni: tutti per uno ed uno per tutti.

Da Forza Italia a Fratelli d'Italia, dall'UDC ancora vivo a queste latitudini ad altre formazioni civiche sparse, la parola d'ordine è unità. Anche perchè, se dall'altra parte si dovesse davvero marciare divisi, diverrebbe molto alta la possibilità di vincere di nuovo, ed al primo turno, per Sergio Abramo, ormai un veterano della politica cittadina. Rimane l'incognita M5S, forse un po' sottovalutato.

L'effetto Cosenza per Catanzaro

Un antico detto catanzarese recita: "cusentini, nè amici nè vicini". A dispetto della tradizione proverbiale, questa volta Cosenza inciderà sulle sorti di Catanzaro. Perchè il Pd regionale a trazione cosentina ha già messo il veto sulla candidatura di De Marco e non si esprime ancora su quella di Fiorita.

Ma anche la figura di Mario Occhiuto, capace dell'exploit che lo ha ricondotto da pochi mesi sulla poltrona di primo cittadino di Cosenza, spianando con un sonoro 60% al primo turno le velleità del centrosinistra, sembra incidere sulle decisioni delle forze politiche facenti capo ad Abramo. Per i catanzaresi veraci c'è da masticare amaro. Il campanile conta sempre. E molto.