Nell'anno 1995 nasceva l'Ulivo, un partito battezzato da Massimo D'Alema, Romano Prodi e Francesco Rutelli. Da quell'esperienza che, nel bene e nel male, ha caratterizzato dieci anni di vita politica italiana, prenderà forma il Partito Democratico. Un partito di ispirazione socialdemocratica, quella socialdemocrazia europea che guardava da una parte a Tony Blair e dall'altra a quei principi coniati da John Fitzgerarld Kennedy. Si è passati nella metamorfosi dallo slogan molto soft "I care", al più incisivo e forte "Yes We can" di Walter Veltroni.
Un partito in cui la partecipazione dal basso, la cooperazione e la condivisione dovevano farla da padrone. Mettere insieme anime socialiste, cattolico liberali e comuniste sicuramente non era facile, e di fatto non lo è stato. Ma quali erano i principi fondativi e fondamentali su cui si basava la nascita di questo partito? Nessuno lo sa, e nessuno ha mai provato ad affrontare questo argomento, tranne Achille Occhetto, che non avendo ben chiara la visione di dove si voleva andare, non aderì. Mai nessuno sia all'interno del partito che all'esterno, ha provato a delimitare la zona di principi su cui si sarebbe dovuto muovere ed ispirare il Pd. Probabilmente, l'unica cosa fondamentale che aggregava una coalizione così eterogenea era l'anti berlusconismo.
Tant'è che alla prima decisione importante da prendere, ossia in quale gruppo iscriversi all'interno del Parlamento europeo, ci sono stati i primi scricchiolamenti.
Alla fine, con molti parlamentari che si sono dovuti tappare il naso, soprattutto quelli di estrazione cattolica, si è optato per il gruppo del Partito Socialdemocratico Europeo.
L'altra opzione era il gruppo del Partito Popolare Europeo, in cui però era presente il partito di Silvio Berlusconi, e la cosa ovviamente non era affatto percorribile. Ma quegli scricchiolamenti non erano altro che il preludio di un forte terremoto. Anche perché una casa senza solide fondamenta, prima o poi viene giù. Il grave errore di non delimitare il recinto di valori fondamentali su cui basarsi, i principi su cui ispirarsi, ha fatto si che alle prime difficoltà il partito si è sostanzialmente disgregato. Quello che sta succedendo oggi è una pagina già scritta, e forse a molti fa comodo così. Muore un grande sogno, una visione nobile e grande di un partito socialdemocratico, che forse non è mai nato.